I francesi puzzeranno e saranno antipatici, ma devo dire almeno visionando un paio di film d'oltralpe degli ultimi tempi, che di cinema se ne intendono.

Non avranno i mezzi e le risorse di Hollywood, ma ci sono anche le buone idee e la semplicità, non sempre i soldi sono la chiave di tutto.

Questo Jeux D'Enfants (la cui traduzione italiana è niente poco di meno che "Amami se hai coraggio", verrebbe voglia di denunciare chi ha avuto questa brillante idea...) riporta in auge una certa commedia romantica dagli spunti prettamente fantasy, che poi verrà ripresa anche dal più conosciuto e simpatico "L'arte del sogno di Michelle Gondry (si il registra di "Se mi lasci ti cancello" evviva le traduzioni italiane dei film!).

Due ragazzini compagni di scuola elementare, Julien (Guillaume Canet) e Sophie (Marion Cotillard), ragazza di origine polacche, presa in giro dai compagni a scuola e dall'adolescenza non facile, stringono un amicizia che porterà ad un legame quanto duraturo quanto surreale.

La loro intesa e i loro folli giochi da "piccole pesti" (Junior sorriderebbe soddisfatto altrochè!), fungono da veicolo con cui i due cercano di sfuggire ad una vita fatta di amari verdetti da accettare per Julien per un conto e Sophie dall'altro, rifuggiandosi in un mondo tuto loro con un loro codice e un loro personale linguaggio comunicativo.

Le marachelle che combinano in coppia, porteranno il giovane Julien a fare una scelta sul suo futuro, spinto anche da un padre con cui intrattiene rapporti tutt'altro che entusiastici. La loro intesa sopravviverà nel corso degli anni e quello che era un patto di gioventù, diventa una consuetudine non scritta a vita.

Ma attenzione a bollare questo film come il classico film con adolescenti dalla personalità sciatta e banale, con figure stereotipate etc etc, quello che rende questo film particolare è un surrealismo nemmeno troppo ostentato, che affascina e trasporta e prende per mano lo spettatore. Il finale in questo senso è spiazzante e azzeccato.

Il tema che caratterizza il film è la Vie En Rose portata al successo da Edith Piaf.

Al debutto il giovane Yann Samuell parte bene con una commedia che non è sbagliato definire a-romantica, dove è la psicologia sconclusionata e infantile dei personaggi solidificatasi nel corso del tempo a fare da trademark ad una convincente storyline.

"Giochi o non giochi?"

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