Yoko e la dance non sono mai andate d'accordo, qual è dunque la soluzione per reinventare le proprie canzoni rendendole ancora più innovative attraverso i remix? Quali i nomi degli artisti che possano rendere più dancefloor le sue canzoni? Interrogativi al quale è quasi impossibile rispondere, ricordando le opere estreme di una delle donne più controverse della storia del rock. A quanto pare, però, una persona è riuscita a rispondere a questo dubbio ed è la stessa Yoko Ono, che chiama il suo arsenale di fans celebri guardacaso nomi molto cool e alternativi degli ultimi anni: la regina del nuovo indie-rock Cat Power, il pianista transessuale con vocione Antony che ha collaborato praticamente con mezzomondo tra cui Bjork e Cocorosie, l'ex rockstar Peaches che ora è diventata dance e altri nomi fedeli alla signora Lennon.
Il risultato è particolarmente gioioso, ricco di canzoni che si fanno ascoltare più volte: Kiss Kiss Kiss è resa da Peaches una sensuale canzonetta dance acchiappamaschi con ritornello irresistibile e uno pseudo orgasmo-urlato sul finale, O-Oh orecchiabilissima e dal groove eccezionale, Sisters O Sisters tirata e danzereccia, Everyman Everywoman spettacolare almeno quanto l'originale, Revelations trasformata da Cat Power in un pezzo indie rock invidiabile, con tanto di piano, molto accattivante la title-track, con ritornello cult: "I'm a witch, I'm a bitch...I don't care what you say"... ma il vero capolavoro è Toy Boat, sogno cinematografico e trip hop con la vocione di Antony insieme a quella infantile di Yoko, che mette i brividi e che pare un angelo, un pezzo da ascoltare più volte senza stancarsi.
Non tutto è riuscitissimo: ad esempio la intro è bruttina e il remix di Cambridge 1969, riduce l'originale di 15 minuti, ma risulta più insopportabile. Tuttavia sono solo due eccezioni, in un disco godibilissimo ed estremo, come l'autrice.
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