Questa serie di OAV costituisce un episodio della cronistoria originale della saga ideata da Yoshiyuki Tomino, una delle due grandi saghe fantascientifiche di anime giapponesi che presero il via tra la fine dei 70 e l’inizio degli 80. La specifica ‘originale’ è necessaria perché, da quel che ho letto sul web, pare che nel tempo si sia perso un po’ il filo del discorso. Ho letto della creazione di universi alternativi (??) sotto la sigla “Gundam”, roba che io chiamerei fuffa, messa in piedi probabilmente per correre dietro a segmenti di mercato appetitosi per i produttori di giocattoli.

Nonostante si tratti di un prodotto home video, la storia che viene narrata si sviluppa su tredici puntate, con tempi quindi paragonabili a quelli di una serie televisiva, tanto che nel racconto trovano spazio anche vicende a latere di quelle principali. L’anno di realizzazione è il 1991, ma solo di recente (2010) qualcuno si è svegliato a farne una versione in lingua italiana. Non l’ho vista questa versione, parlo della serie sulla base di qualche informazione appresa nel tempo tramite il web e, soprattutto, sulla base dei ricordi che conservo di quando me la vedevo in lingua originale (…@_@...) su un paio di VHS che mi ero fatte fare eoni fa da gente in possesso del laser disc. A quel tempo questa serie aveva fatto un bel po’ di rumore tra i pischelli golosi di anime (detta così sembra di parlare dei figlioli di satana), per la sua resa grafica.

Trattandosi di episodio di una saga, è possibile individuare due livelli principali di narrazione: il racconto dei fatti chiamiamoli “storici”, tessere di puzzle della cronistoria della saga, e il racconto in primo piano delle relazioni tra i protagonisti e delle loro vicissitudini personali. Riguardo al primo livello menzionato, gli avvenimenti su cui è incentrata la serie di inseriscono cronologicamente dopo quelli raccontati nel primo arcinoto episodio, e costituiscono gli antefatti della serie televisiva “Z Gundam”. Un po’ di info stranote a tutti: la guerra che una delle colonie spaziali (side) su cui è andata a vivere buona parte dell’umanità, costituitasi Principato di Zeon, fa alla Federazione Terrestre per l'ottenimento della prrorpia indipendenza, e che viene in buona parte raccontata nel primo episodio della saga, si conclude con la disfatta della prima e la ricostituzione su di essa della repubblica. Rimangono però gruppi sparsi di fedeli al principato e ai suoi ideali, e in “Z Gundam” questi gruppi arrivano a costituire sacche di resistenza che la Federazione Terrestre tenta di reprimere con metodi molto duri e l’utilizzo di forze speciali chiamate Titani. In questa serie OAV si trova la storia della creazione dei Titani e delle azioni tentate da un gruppo di militari fedeli al principato di Zeon.

È a questo livello narrativo che si deve l’ interesse che la trama riesce a suscitare. L’altro livello che in precedenza ho chiamato “in primo piano”, mi pare venga messo in piedi riciclando una manciata di idee già utilizzate in serie precedenti. A tener banco è il triangolo di relazioni e rivalità tra il cadetto Ko Uraki della Federazione Terrestre, la progettista di mobil suit Nina Purpleton, e Anavel Gato, asso del principato di Zeon, e ricalca un po’ troppo quello tra i protagonisti del primo episodio della saga: Peter Rei (uso il nome della serie italiana), Lalah Sune e Char Aznable. I richiami tra le due serie non finiscono qua. A livello grafico i personaggi di Ko Uraki e Gato sarebbero potuti andar bene anche per il Peter Rei e il Char di un ipotetico rifacimento della prima serie. Vengono anche riutilizzate particolari idee narrative, come ad esempio il modo rocambolesco in cui il cadetto Uraki, al pari Peter Rei diventa il pilota dell’ultimo prototipo di mobil suit della federazione terrestre. Un elemento originale è forse costituito dallo scontro tra due Gundam a cui si assiste nella prima parte.

Gundam 0083 è stato il primo progetto impostante affidato personalità che avrebbero poi fatto strada nel mondo dell’animazione. Il character design è Toshihiro Kawamoto (Cowboy Bebop). Il suo lavoro confrontato con quello di Yoshikazu Yasuhiko, volendo fare di nuovo un paragone con il primo episodio della saga, da un lato ha portato un evidente miglioramento nell’estetica e nelle proporzioni delle figure, dall'altro ne è andata di mezzo a mio parere l’espressività e di conseguenza lo spessore psicologico dei personaggi.

E vengo ai due aspetti che considero i più interessanti Il mecha design ed i combattimenti. Anche il ruolo del mecha designer viene affidato a personaggi in quel momento nuovi nel campo dell’animazione. Il loro lavoro è fantastico, uno stile che in seguito credo abbia fatto scuola. Vengono ideati tre nuovi prototipi Gundam, due dei quali persino eccessivi nelle forme, nuovi modelli di zac, mobil armor, basi spaziali e viene fatto un restastyling dei vecchi modelli. Linee e forme totalmente nuove rispetto a quello che era possibile vedere in Italia quando hanno iniziato a girare copie di questa serie. Una goduria per le pupille.

I combattimenti sono tra i migliori che mi sia capitato di vedere in prodotti di animazione, ricordo in particolare l’efficacia della resa dello schermo sferico della cabina di pilotaggio dei nuovi prototipi di mobil suit. Le anime le ho lasciate al loro destino diversi anni fa, e quelle due VHS non le ho più, ma se mi regalassero la versione DVD di questa serie me la riguarderei volentieri.

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