Cercavo disperatamente qualche gruppo che potesse farmi provare le stesse emozioni dei Drudkh. Non che non ne abbia trovati, sia chiaro, ma quel feeling particolare della band ucraina capace di farti rizzare i peli sulla schiena in poche note è davvero più unico che raro... L'ebbrezza di riff black metal tremendamente malinconici e caldi, l'espressione di un vivo amore per la natura, sentimenti gettati con forza nelle orecchie, poesia allo stato puro riversata sugli strumenti. Verrebbe spontaneo cercare una band del genere in terra slava, magari nell'Ucraina nativa di Drudkh e Hate Forest, o nella vicina Russia, nella sempre verde Scandinavia o comunque in qualche posto perennemente sommerso dalla neve e dal gelo... Oppure fare un salto negli USA di Leviathan o nella poetica Francia di Alcest e Amesoeurs, o nella glaciale Germania di Lìam e Nestlos... Niente di tutto ciò. Eliminate USA, Europa, tutto ciò che c'è di occidentale nella vostra ricerca dell'emozione, del black metal votato al sentimento e alla poesia. "Ma dove cavolo avresti intenzione di trovarla sta band allora?! In Cina?" potreste chiedermi, a buon diritto. Vi risponderei: "Si, in Cina".
Chi ascolta black metal e vive nel mondo occidentale, può fare una certa fatica ad immaginare tale genere musicale non solo impiantato in oriente, ma addirittura radicato lì, nel senso che finisce per assumere, nelle composizioni delle band orientali, connotati spiccatamente riconducibili al luogo dove esse vivono. Come può esserci un black metal cinese? Come può esserci senza essere semplicemente una mera copia della produzione europea o occidentale in genere? In Cina in realtà esiste la Pest Productions, un'etichetta che si occupa di gruppi black esclusivamente cinesi, come Heartless, Dark Fount, Be Persecuted e i qui recensiti Zuriaake... Cos'ha di diverso allora la proposta musicale di questo trio con borchie, face painting e occhi a mandorla? Perché è meritevole di attenzione?
La risposta a questa domanda non ha bisogno di chissà quali argomentazioni a proprio favore, semplicemente gli Zuriaake andrebbero ascoltati perché sono meravigliosi. Non c'è nulla da spiegare. Una band del tutto sconosciuta in Italia è in grado di annichilire l'ascoltatore che sa come emozionarsi atraverso le fitte trame di chitarre roboanti e zanzarose. La melodia è un flusso continuo, che sale nel crescendo delle chitarre, in arpeggi rumorosi che risalgono in superficie da un'ossessiva distorsione ritmica. Cose del genere le abbiamo già viste in abbondanza in Europa, ma gli Zuriaake hanno un'attitudine tipicamente orientale nel riproporle, anche considerando i testi cantati in cinese, con uno streaming filtrato che diventa un tutt'uno con l'eco della natura che si risveglia in tutta la sua meraviglia, memorie di una terra lontana e affascinante... Anche i testi sono vere e proprie poesie, come nella title track, un affresco appassionato e desolante dell'autunno, con "montagne vuote" o "nuvole senza tempo" dal cui fascino è impossibile sottrarsi. Il basso sembra ballare sulle note del pianoforte, mentre la chitarra è un grido disperato che accompagna il dolore della voce. La batteria accompagna le litanie in modo placido ma esplode lentamente quando l'urlo si fa insostenibile, in accelerate con doppio pedale che non risultano mai aggressive ma sembrano piuttosto un riversare del dolore accumulato lentamente nelle note della canzone che fino a quel momento crescevano accumulavando emozionalità e rabbia soppressa. Allo stesso modo, batteria e basso spesso si alleano, definendo una base ritmica che accompagna come in una danza la ballata, magari sostenuta da pianoforte o strumenti a fiato, ma sempre sullo sfondo di una voce straziante. Difficile non emozionarsi di fronte a tale dichiarazione di intenti, di fronte ad una musica che sembra dipinta con un pennello, che cerca in tutti modi di perforare il cuore, che ritrae delicatamente le angosce dell'animo di fronte allo scorrere del tempo e alla maestosità della natura. E la title track, la meravigliosa "Afterimage Of Autumn", ne è solamente un piccolo esempio. Pensiamo anche, tanto per fare un nome, a "River Metempsychosis", trip emozionale come pochi altri, canzone portata avanti da un arpeggio delicato ma immensamente doloroso, mentre voce e seconda chitarra annichiliscono, fanno da contrappeso alla dolcezza con la loro appassionata disperazione. Potremmo citare tutte le canzoni, come anche "God Of Scotch Mist", dove sembrano avvicinarsi a soluzioni più vicine al sound europeo dei Drudkh e forse anche della scuola Darkthrone, ma sempre in maniera eccelsa; oppure "Forest Of Twilight", che sarebbe riduttivo definire "epica", con le sue note ascendenti e discendenti, in quanto l'epicità è solo un filo in un groviglio di emozioni ben più complesso e intenso. Lo stesso si ritrova anche nella violenza malsana e ferocemente black di "Sirious", ma anche le soluzioni ambientali e vagamenti horror con quei cori spiritati di "Return Journey" ottengono l'effetto sperato, con strumenti a corde reduci da un folklore assolutamente cinese. Senza contare suoni new age, ripescati dalla natura, che si affacciano spesso, come nella melodica e pacata "Moon of Frost", che sembra la lacrima caduta giù dal dolore dei brani precedenti.
Detto ciò, non credo ci sia bisogno di aggiungere altro. Credo che chiunque apprezzi il black metal più emozionale e che richieda dalla musica sentimenti veri, faccia bene a chiudere un occhio (perdonate lo stupido gioco di parole) sugli occhi a mandorla della band e cerchi di procurarsi questo nero e doloroso Capolavoro. Meravigliosi.

Elenco tracce e video

01   Whispering Woods (04:21)

02   God of Scotch Mist (07:18)

03   River Metempsychosis (07:37)

04   Afterimage of Autumn (06:44)

05   Forest of Twilight (06:07)

06   Desolated Mountain (06:36)

07   Sirius (05:33)

08   Return Journey (07:18)

09   Moon of Frost (03:27)

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