Finalmente dopo tanta (mia) attesa, i 24 Grana, a distanza di qualche anno dal capolavoro “K-album”, tornano sotto i riflettori con un disco il cui titolo svela più di una intenzione. Quel termine “...pop” associato ad un gruppo totalmente indipendente e libero, sia a livello di contratto che di genere, fa un certo effetto.

La dicotomia è presto spiegata ascoltando le prime tracce dell’album: canzoni sempre alla ricerca della melodia giusta, piene di immediatezza e ritornelli assassini ma fatte di sangue e carne, dignità e convinzione. Questo è l’underpop dei 24 Grana, il messaggio arriva forte e chiaro senza assurde sperimentazioni ma con sincerità e coerenza. Basso e batteria picchiano il giusto già nell’iniziale “Nella stanza” che con i suoi 45 secondi fa da intro all’album. Il piatto forte arriva con il terzetto che segue: “Stay on the edge”, “Vivo in un furgone” e “Giornata psicologicamente impossibile” con un riff stile Clash veramente trascinante.

L’album è piuttosto vario, da una parte si dimostra stravagante e divertente “Psiconauta”con un inizio tipo reading ed atmosfere fredde tagliante da una chitarra piena di crunch, dall’altra si fa notare “Il gattone”, con tanto di arrangiamento pseudosanremese e testo a metà tra il chimico e l’onirico. Molte altre sarebbero le canzoni meritevoli di citazione ma ciò che importa è che ancora una volta i 24 Grana stupiscono per la loro abilità e il loro anticonformismo che li porta ad essere sempre, lontano dalle mode del momento, un gradino più in alto degli altri.

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