Dave Huismans, olandese di Den Haag residente a Berlino, è una delle menti più brillanti dell'elettronica degli ultimi anni. Dopo aver svariato su vari fronti, producendo musica con pseudonimi diversi (Dogdaze, A Made Up Sound), Dave decide di dedicarsi anima e corpo al trend del momento, la dubstep, vestendo i panni di quella che, fino ad ora, risulta essere la sua incarnazione più riuscita, il progetto 2562. Un anno dopo "Aerial", esordio del 2008 che, pur avendo impressionato, non si era distinto per originalità ed innovazione, Huismans si rinchiude nuovamente in studio e pubblica "Unbalance", un lavoro che, fin dal primo ascolto, lascia intravedere una decisa maturazione nel sound e negli arrangiamenti.

Il secondo album di 2562, anch'esso totalmente strumentale, prosegue il cammino verso universi oscuri e ancora inesplorati, contribuendo alla definizione di una dubstep sempre più "deep", in cui echi e riverberi si incrociano con ritmiche complesse, di chiara estrazione techno. Nei 63 minuti di "Unbalance" è difficile trovare momenti di cedimento e, a tratti, si ha l'impressione di avere a che fare con qualcosa mai sentito prima, un disco avveniristico e biomeccanico, che sembra provenire dal futuro più remoto (dal... 2562, per l'esattezza). E' altrettanto complicato scegliere dei brani rappresentativi, proprio per il modo in cui l'album è concepito: un lungo viaggio nello spazio siderale, dove ogni momento risulta essere intimamente connesso.

Indubbiamente ci sono delle tracce che risaltano particolarmente (il sinuoso intreccio di voci di "Lost", la title-track, "Superflight", con l'intro dub che si riversa improvvisamente in una techno fatta di broken beats e sonorità ovattate...), così come è possibile individuare una struttura all'interno del lavoro, con una prima parte più ballabile che, lentamente, lascia spazio a sonorità più cupe e disturbanti; tuttavia, il consiglio è quello di ascoltare "Unbalance" tutto d'un fiato, possibilmente con delle cuffie che isolino dal mondo circostante e aiutino ad immergersi nelle sue atmosfere modernissime ed evocative.

Fatta eccezione per un lieve calo nella seconda parte e una complessità di fondo che può rendere difficile l'ascolto, la seconda uscita targata 2562 colpisce nel segno: Dave Huismans regala agli appassionati di buona musica un'opera che interpreta perfettamente la contemporaneità e rivolge lo sguardo verso un futuro ancora sconosciuto, che tuttavia, grazie ad "Unbalance", non sembra essere così lontano.

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