Personalmente ho sempre definito i 3 Doors Down come una band senza troppe pretese. Cercate nella loro discografia riff complessi, assoli virtuosi o roba simile, non li troverete. Li definisco come un gruppo che fa musica così, per divertimento, per gusto, per piacere. E si sente benissimo già nel loro debutto.

"The Better Life", targato 2000, è un album senza particolari pretese. Si inizia con "Kryptonite", canzone che recita "If I go crazy then will you still call me Superman". Eh, se solo non provassi un odio viscerale per il nonnetto col pannolone (e tra l'altro nel video della canzone compare proprio un simpaticissimo nonnetto col pannolone) mi piacerebbe di più. Si continua con Loser, una delle mie preferite dell'album. "Duck And Run" parte in modo duro, con potenti riff di chitarra, per poi sfociare in un ritornello orecchiabile e godibile, mentre "Not Enough" mostra buone idee e linee vocali azzeccate messe insieme a trovate non sempre ben sfruttate.

Si arriva a "Be Like That", canzone iper-commercializzata da American Pie e soci, ma guai a definirla una brutta canzone. "Life Of My Own" è un pezzo un pò statico, ci vogliono più ascolti per apprezzarlo. La title-track è dotata di uno stile diverso rispetto a quanto sentito fin ora, con riff Hard Rock e la graffiante voce di Brad Arnold che la rendono una delle mie preferite. "Down Poison" la classifico (personalmente) come un riempitivo monotono. La peggiore dell'album. "By My Side" ha delle buone idee non sfruttate appieno, che la rendono una canzone sottotono rispetto alle precedenti (salvo "Down Poison"). Si conclude con la pseudo-punkettara "Smack" e la bellissima "So I Need You".

Insomma, "The Better Life" - appartenente al filone post-grunge tanto disprezzato dai puristi della musica - è ottimo per chi cerca un rock orecchiabile e libero, ma se cercate oltre questo non troverete granché. 

Siate buoni nei commenti, è la mia prima recensione... xD

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