Anni e anni di condizionamenti mentali, di subdoli messaggi subliminali, nei cartelloni pubblicitari, nella scatola chiamata TV, sui bus nelle metro, ovunque. L'Equazione estate = vacanza ce l'abbiamo ormai impressa nel DNA. L'impulso ormai è istintivo ci chiediamo: Che faremo? Dove andremo? scoperemo? Se sì con chi? Quante volte? Si romperà il dannato condom? Aiuto! Mia madre mi ucciderà!

Chi non può andare si sente come se fosse stato punito dalla società, da Dio forse, si sente escluso dal principale scopo della sua vita: l'agognata vacanza, un'isola tropicale, un'orgia di emozioni e sensazioni bagnate da acque salmastre e asciugate da un sole torrido. Devo essere nato storto, devo aver bestemmiato il nome di Dio subito fuori dall'utero di mia madre, nelle mani di quel macellaio che mi ha tirato fuori (sia dannato!), devo aver offeso qualche mafioso venuto a trovare il figlio neonato della sua primogenita che ero ancora nella culla. È un fatto, che da quando sono al mondo, le vacanze d'estate le ho mai fatte, per lo meno non nel modo ritenuto “normale” dal mondo tutto. Le vacanze per me sono solitudine (lasciato da tutti gli [stronzi visti con l'occhi dell'invidia] amici, vacanzieri, con i dindi per permettersi la gnocca, la coca e la broda) lettura e musica. Che si fottano le pubblicità i telegiornali e tutti gli stronzetti che si bullano di avere in programma Charm per quest'anno.

Non ho neanche i soldi per procurarmi un biglietto per uno di quei viaggi più esotici, quelli che vendono nei camper ai rave i pusher, stra-forniti. Mi affido alla fantasia? Na, fottuta dalle troppe Tartarughe Ninja propinatemi da bambino. Avete mai provato ad avere fantasie sessuali su una tartaruga maschio!? Così, in questo continuo flusso di pensieri-cazzata, ti capita di leggere di un gruppo sul Rolling Stone di tuo nonno. Li definscono “tropical punk”, “aveva ragione Frank Zappa” penso “ma soprattutto mio fratello, che me lo ricorda sempre...”, mi si accende però la lampadina, l'Equazione mi pulsa come un'insegna al neon davanti agli occhi. Tropicale, vacanze, tropicale, vacanze, tropicale, vacanze. Una fame chimica consumistica si impadronisce di me, la voce mi dice “Procurati gli Abe Vigoda, procurati gli Abe Vigoda!”. Detto fatto!

Cos'è quella roba lì? Sembra di aver messo nelle casse del mio calcolatore un frullatore con dentro un messicano ubriaco munito di elettrica, basso e sintetizzatore che dirige i Pixies (senza Kim). Una Rumba Noise? Chi se ne fotte. Roba esotica. Una spiaggia californiana, un paio di messicani (punk?) ubriachi, te stra-fatto. Quello che la tua mente deviata anelava. Happyness...

Enjoy yourself! Uomo medio o non.

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