Ben congegnato questo poliziesco-noir di Abel Ferrara, tutto centrato su di un poliziotto irlandese antieroe che in una vertigine di droga, sesso, scommesse clandestine su di una fottutissima finale di Baseball al meglio dei sette match che non vuole dargli ragione, e che lo porta a puntare cifre insostenibili anche per un maneggione di quartiere come lui.

Una New York quasi sfondo clandestino, una famiglia cattolica praticante che subisce il declino fisico e morale di quest’uomo, uno stupro efferato in una chiesa che darà una speranza al giocatore insolvente, e il filo rosso di questa partita, che accompagna inesorabilmente il nostro eroe verso la catarsi finale (che ovviamente vi risparmio).

Ferrara offre, con una regia asciutta ed efficace, un quadretto nientemale sulle nevrosi metropolitane di un uomo potente e solo, pervaso da un immenso afflato religioso (“I’m blessed”) che avrà come palcoscenico la chiesa in cui si è consumato il sacrilegio. Tormento ed estasi.

Intenso Keitel. I suoi mugolii di dolore, senso di colpa, rabbia impotente e disperata nella spirale stupefacente lasciano dei graffi interiori. D’obbligo la lingua originale.

Da vedere in una notte fuorioraria, com'è stato per me...

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