Ci sono dei (rari) casi in cui si viene a contatto con opere che vanno al di là dell'umana percezione, e malgrado sia praticamente impossibile astenersi dal fare almeno un tentativo per cercare in qualche modo di classificarle, esso risulta comunque essere superfluo, o estremamente riduttivo. Di fronte alla proposta musicale degli Abruptum, persino una potente definizione come "black metal" perde il suo significato, lasciando spazio ad un devastante, quanto indomabile turbine di malvagie emozioni.
Il disco in questione presenta una track-list di soli tre brani, due dei quali, tra l'altro, non sono nemmeno canzoni, ma delle registrazioni di rumori (e non in senso metaforico) fatte chissà dove, chissà quando. L'unica traccia giudicabile, rimane pertanto quella "De Profundis Mors Vas Cousumet" che già apparve in apertura del mitico tributo ad Euronymous pubblicato nel '95.
Su uno sfondo di suoni inquietanti, oscure melodie disegnate da tastiere, campionatori e flauti di Pan, si alternano con una disinvoltura quasi disarmante a delle partiture ossessive, composte da ritmiche cadenzate e urla disumane che sembrano insinuarsi come un cancro inarrestabile nella mente di chi acolta attonito tutta la disturbante, luciferina miscela.
Tra questi solchi aleggia il male, quello vero, palpabile.
"It" e "Evil" trasmettono la più totale negatività, un disagio esistenziale che ha dell'incredibile, immagini provenienti da uno sporco scantinato dove l'unica prerogativa possibile è adorare Satana e torturare sadicamente il proprio corpo ingoiando la cera bollente dei candelabri, sparandosi ai piedi, o più semplicemente autoinfliggendosi delle ferite con armi da taglio varie, per celebrare la totale mortificazione della carne. Quello che sgorga da questo squallido, ma altrettanto seducente putridume è solo sangue, sangue nero: il nettare di due anime perse, gonfie di odio e di rancore verso il mondo che le circonda.
Benvenuti, poveri umani, nei profondi abissi creati da quella sensazione che voi cercate di esprimere con una semplice, vuota parola: dolore.
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