Non si può non dire che gli Accept siano dei predestinati del metallo.

Quella che è una delle prime macchine da guerra da tedesca nascono a Solingen, nella Renania, zona ricca di miniere e d'importanza cruciale per l'industria siderurgica e metallurgica, e direi che come premesse sarebbe già abbastanza per suonare Heavy Metal. Come se non bastasse è una città grigia, triste nella sua modernità, visto che le opere architettoniche risalenti al medioevo sono state rase al suolo dai bombardamenti alleati nell'ultimo conflitto mondiale e il boom postbellico ha dato la precedenza alla ricostruzione delle fabbriche. Dato il contesto non c'è da stupirsi che i nostri non siano nati come gruppo di folk pastorale o similia.

Dopo inizi leggerini e titubanti sotto il segno degli Scorpions e degli AC/DC, gli Accept vengono proiettati nell'allora giovane movimento metal col terzo album "Breaker", nel 1981 e danno quello che si può definire il loro capolavoro "Restless And Wild" un anno dopo. I nostri crucchi sono fautori di un sound adattissimo a ritrarre gli scenari di desolazione metropolitana di cui sono insieme aedi e testimoni: possente, squadrato, marchiato a fuoco da una sezione ritmica delicata come i colpi di un maglio sull'incudine di un'acciaieria, con riff ora fulminei e squarcianti, ora compatti e corazzati. A completare il tutto lo stile peculiare della chitarra solista di Wolf Hoffmann in bilico fra saettanti incursioni rumoriste e parti melodiche-neoclassiche dal flavour melodico e barocco, e la voce di Udo, un infernale latrato che suona come un Brian Johnson posseduto dal demonio (ho letto un parere sul suo cantato che veniva descritto come "il verso di un alieno che partorisce"...ecco, mi sembra che renda l'idea).

L'incipit dell'opener "Fast As A Shark" è spiazzante: 20 secondi circa di quella che dev'essere una canzone popolare tedesca, buona per fare la sigla di Heidi. Lo scenario bucolico viene interrotto da un urlo belluino su cui si staglia un riff inaudito, supersonico, che da solo ha creato il Thrash e il Power Metal . Un ritornello melodico e liberatorio lascia poi il posto a un assolo al quale sicuramente gli Helloween avranno dedicato studi e ripassi approfonditi: le loro "Twin Guitars" vedono la luce qui. Per farla breve: questa canzone può essere usata come definizione per Heavy Metal.

L'album nel suo complesso comunque riesce a non essere messo in ombra dal suo capolavoro: la title-track e "Ahead Of The Pack" hanno entrambi riff dinamici e violenti e sono marchiati a fuoco dai tipici cori da stadio di marca Accept nei ritornelli, "Flash Rockin' Man" e "Demon's Night" sono mid-tempo privi di scalfitture, con la prima che ha un riff che sarà saccheggiato a destra e a manca (Un esempio per tutti gli Iron Maiden con "2 Minutes To Midnight"), mentre "Get Ready" e "Don't Go Stealin My Soul Away" anticipano il corso della band nei lavori seguenti con un suono più misurato e di classe. Infine meritano una menzione speciale "Neon Nights" un tocco di poesia urbana col suo tocco notturno e decadente e "Princess Of The Dawn" fiaba fantasy dal retrogusto medievale, articolato nondimeno dal tocco martellante dell'arrangiamento.

Chi conosce  e apprezza gli album successivi dei nostri tedeschi va sul sicuro, chi apprezza il metal e non conosce gli Accept si autopunisca in qualche modo e si procuri questo album di una delle band che ha contribuito a forgiare il nome di questo genere e che troppo spesso ingiustamente passa in sordina rispetto a nomi più blasonati.

Carico i commenti... con calma