Dopo l'uscita dell'apprezzatissimo "Sanctus Ignis" il quintetto francese ci riprova, a due anni di distanza, con "Underworld". Solo 8 nuove tracce aspettano il goloso ascoltatore... sarà valsa la pena aspettare tutto questo tempo?
Decisamente si! Perché quello che contiene questo nuovo album è ancora una volta un sapiente mixage di sonorità metal progressive e power, senza però trascurare i caratteristici spunti neo-classici in grado di dare quel giusto tocco di eleganza e leggerezza. Tutto ciò senza contare i numerosi virtuosismi tecnici che impreziosiscono la "tela musicale" di ogni brano.
Il primo brano, "Next Profoundis", apre subito con un virtuosismo pianistico eseguito dal nuovo tastierista Kevin Codfert che non fa certo rimpiangere il precedente Richard Andersson. Nonostante i suoi quasi 8 minuti, il brano scivola via piacevolmente fino alla fine grazie anche all'eccezionale varietà musicale al suo interno: si va da pezzi classici arpeggiati al piano a un metal molto power, da lunghi assoli di chitarra a parti quasi psichedeliche. Segue "Sovent Saeclum in Favilla" e il suo solenne corale che lascia presto il posto alla potente chitarra di Stephan Forté e alla voce graffiata di David Readman.
"Chosen" e "From My Sleep To Someone Else", altri due brani dal ritmo feroce e ossessivo trascinano l'ascoltatore fino a "Underworld", la traccia più l'unga dell'album. "Underworld" apre con una lunga ouverture che prepara l'atmosfera per l'irruenta entrata in scena della chitarra, della batteria e del pianoforte che disegna sui "colpi" della sua compagna particolari arpeggi sfumati. Spetta poi a numerosi virtuosismi il compito di scortare il tutto alla conclusione.
Si apre così una dolcissima e affascinante ballata d'amore: "Promises". Unico brano del CD che può considerarsi un lento vero e proprio in cui Readman canta le sofferenze di un amore allontanato. Seguono due brani, "The Mirror Stage" e "Niflheim", dal sapore più dark come appare evidente dall'apertura del primo in cui un arpeggio sintetizzato crea un atmosfera decisamente misteriosa.
"Underworld" si rileva quindi un album degno del precedente "Sanctus Ignis", se non addirittura superiore. Esso è infatti un ascolto decisamente piacevole anche per chi non ha mai ascoltato una sola nota di metal (ma che ovviamente abbia una certa flessibilità musicale). Di contro abbiamo forse una scarsa versatilità dell'album a causa della lunghezza media delle tracce che sfiora i 7 minuti. Questo può quindi penalizzare il CD per quel che riguarda l'incontro con il grande pubblico. Nonostante tutto "Underworld" è un album che merita indubbiamente di essere ascoltato e di far parte della collezione dei cultori del genere.
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