Ingannevole e pretenzioso lo definirei il ricordo di un’estate, pieno di fantasie, ipotesi ed immaginazioni. Pentimenti perlopiù.
Il bugiardino non è incoraggiante, vi è la possibilità che la testa mi cada per quanto pesante, decido quindi di passare una notte in leggerezza e rilassarmi.
Oggi sono Claire, un piccolo uccellino abbandonato dalla Madre in un traghetto in direzione di un campeggio estivo dove sarò costretto a passare le vacanze insieme a mia zia. Una volta arrivato sono in attesa di una chiamata importantissima e non essendoci ricezione dovrò raggiungere la vetta più alta della mappa, per fare ciò mi basterà racimolare qualche piuma d’oro capace di aumentare la mia resistenza durante le scalate o per farmi volare più in alto.
Solo che di salire in cima non ne avevo proprio voglia, sarà sfiancante e noioso pensavo, così decido di focalizzarmi soprattutto sulla gente che mi circonda e su come passare il tempo libero visto che ne ho un’infinità -la mia percezione è proprio quella-, giorno o notte non fa differenza.
Fare un giro in barca, planare, pescare in qualche torrente o laghetto e giocare a pallavolo con un bastone, sono solo alcune delle tante azioni che possiamo compiere. E proprio come una vacanza estiva ci si dimentica dove si è, spaesati e curiosi bisognerà quindi affinare la memoria per scoprire -e ricordare- ogni luogo del Hawk Peak Provincial Park, il tutto condito dal torpore e dalla lucentezza dei colori dello scudo canadese con una grafica minimale così accogliente da fare invidia alla semplicità di una carezza.
La volata finale di tutto è racchiusa nelle musiche di Mark Sparling, dolciastre e aspre come ciliegie fuori stagione, dal gusto nostalgico e malinconico, il viso magari si increspa e s’allunga… solo che non puoi farne a meno ecco. Incasellate minuziosamente nei vari contesti dell’avventura in base al tempo o alle azioni di Claire, per non parlare della doppietta Hello?/A Short Flight un sussulto seguito da un sospiro che finisce per sublimare il ricordo dilatandone i tempi: sarà per questo che la longevità del videogioco è di una manciata di ore, a forza di rivangare bisogna stare accorti a non crearsi la fossa (o non farsi venire il mal di stomaco).
Nei titoli di coda e nel ritornare a casa, in una mezzanotte invernale come tante altre ma con un pensiero in più mi chiedo, può un’escursione risultare tanto gratificante se la salita non ha comportato il ben che minimo sforzo? E allora ripenso a memorie di un’estate qualunque, in un posto qualunque, con delle persone qualunque ma con un sussulto o un sospiro in più.
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