Premetto subito che dei brani originali eseguiti in questo disco so poco e niente, così come so poco e niente degli artisti "coverizzati" dal gruppo di Boston. Detto questo possiamo partire con la recensione di questo disco, uscito nel 2004, tre anni dopo il carino Just Push Play. Questo Honkin' On Bobo è una raccolta, un tributo che gli Aerosmith fanno al loro genere primordiale, il blues.

Si parte alla grande con "Road Runner" di Bo Diddley e col suo riff accattivante che subito incolla le orecchie allo stereo, la band suona benissimo, come sempre e nel finale il cantato di Tyler inizia ad arricchirsi di urla a squarciagola, tipiche del repertorio del singer. Tocca ora a un "brano che fa muovere il culo" ovvero "Shame, Shame, Shame" (di Jimmy Reed) uno dei pezzi più tosti del disco... ci troviamo dinanzi a un pezzo rock-blues in piena regola e le chitarre di Joe Perry inanellano riff e piccoli assoletti che rendono questo pezzo davvero unico. L'atmosfera "hot" non sembra voler calare nemmeno nel terzo brano "Eyesight To The Blind" un brano non movimentato ma che si lascia ascoltare anche grazie alla sola prestazione di Steven Tyler che con la sua voce tocca il limite... e lo sorpassa! Un altro brano che fa muovere le chiappe è "Baby, Please Don't Go" presentata in versione molto hard-rock, anche questo pezzo dimostra come i "ragazzi" nonostante la veneranda età, sappiamo ancora far muovere i teen-ager con pezzi come questo: movimento e sudore, questo è quello che esce fuori ascoltando un pezzo infuocato come questo!! Finalmente l'atmosfera si abbassa notevolmente grazie al lentone di turno che gli Aero ci regalano sempre da anni a questa parte: è il turno di "Never Loved A Girl" pezzo proposto da Aretha Franklin qualche anno fa... Sicuramente questo brano si dimostra interessante anche perchè, come al solito la voce di Tyler è al massimo e tocca picchi altissimi. Per il resto il gruppo se la cava egregiamente, come fa da trent'anni a questa parte. "Back Back Train" vede la presenza di Joe Perry alla voce e questo pezzo risulta un pò deboluccio, data l'assenza di Tyler al microfono, andiamo avanti quindi e passiamo a "You Gotta Move" un altro brano che convince ma che alla lunga può risultare un po' noiosetto, tuttavia è da ascoltare. "The Grind" è un brano inedito in questo mare di cover e nulla aggiunge nè toglie al repertorio degli Aerosmith. "I'm Ready" di Willie Dixon vede la voce di Tyler trasformarsi da urlatrice a roca mantenendo un effetto altissimo: ecco, il punto forte di questo disco è proprio la voce di Steven che riesce ad adattarsi a tutti i brani (anche alle merdate di Santana) e in questo disco dimostra di essere in formissima. "Temperature" di Little Walter ripropone lo schema precendente: voce roca ma affascinante e coinvolgente!! Siamo quasi alla fine, "Stop Messin' Around" rivede Joe Perry che questa volta si cimenta in un brano un po' più movimentato, tuttavia il risultato non è dei piacevoli, anche se il buon Joe fa di tutto per farsi piacere la sua bella vocetta anonima. "Jesus Is On The Main Line" è forse il brano più riuscito nella sua semplicità: qualche chitarra acustica, l'armonica di Steven e un bel coro come sottofondo... interessante brano di chiusura.

Per chiudere, i primi 5 brani sono davvero bellissimi, tosti, e creano una miscela davvero esplosiva, poi però l'atmosfera cala, grazie a brani un po' moscetti e alla voce non-da-singer di Joe Perry. Fatto sta che questo disco perde molto e recupera quando è troppo tardi, ovvero con l'ultimo brano. La cosa da salvare qui è la voce del cantante che si merita cinque stelline, per il resto la band fa il suo bel compitino ma non tocca l'eccellenza del suo frontman.

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