Divergenze sulle strategie commerciali adottate dalla major del disco precedente, portano alla risoluzione del contratto, così Il Paese E' Reale viene edito da Casasonica.

Il Paese E' Reale è un disco schifoso.

Musicalmente: una lunga serie di nenie pop, che riprendono quel che di peggio c'era in I Milanesi..: le costruzioni sinfoniche con arrangiamenti barocchi, belle tecnicamente, ma senza anima. Sono pochi gli episodi salvabili, forse solo Io E Il Mio Amore (Paolo Benvegnù), What You Said (A Toys Orchestra&Luca Alberti), L'Uomo Dagli Occhi Di Ghiaccio (Calibro 35) sono belle canzoni, mentre altre, a cominciare dalla title track suonata dagli Afterhours , fanno impallidire dalla vergogna le carriere, spesso memorabili (penso agli stessi After, ma anche Cesare Basile, Marta Sui Tubi, Teatro Degli Orrori, Beatrice Antolini, Settlefish e così via) degli "ospiti".

Concettualmente: io sono una persona che crede in un paese migliore, e fa qualcosa per questo, meno di quanto vorrei e potrei per "piccoli egoismi/e altrettante paure", e mi fa veramente incazzare l'idea che con un album come questo, così scarno di idee si possa credere di far qualcosa che serva. L'arte innegabilmente è un veicolo di dissenso, di cambiamento, fa acquisire consapevolezza nel fruitore, ma... questo? Sembra imbarazzante anche solo pensare che Agnelli&co. , si sentano impegnati solo perché hanno rifatto una canzone degli Area (loro sì, che erano impegnati), si sfiora il ridicolo quando gli Zen Circus (Gente Di Merda) affermano "Tutti importanti/tutti son qualcuno/miliardi di artisti/e nei campi ormai nessuno"... perché voi 19 cosa siete, scusate? Mi era sfuggito il vostro maoismo, forse.

Concludendo: Non considererò mai questo disco nelle vostre carriere, perché credo, voglio credere, che non siate solo questo, perché voglio credere che sia più vero Capovilla che ci arringa dal palco, ricordandoci Ken Saro e il paese di merda in cui viviamo; perché voglio credere ai Marta Sui Tubi che qualche anno fa suonavano su un palco di un'oscura festa dell'Unità, di una altrettanto oscura città di provincia; perché voglio credere agli Zen Circus che,sempre nella stessa oscura città di provincia, mandarono affanculo Berlusconi dal palco; perché voglio ricordare Demetrio Agnelli (o Manuel Stratos?) in quel film di Chiesa come un tributo spoglio di arroganza, ma pieno della voglia di cambiare qualcosa.

Su questo disco ci scatarro su, su di voi no . Continuate a provarci.    

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