AGGHIASTRU live 26 Gennaio 2008 Bike & Rock Manduria - Taranto
L'ultima volta che il cantastorie siculo mise piede in Puglia fu nel 2004, e più precisamente a Massafra. Oggi è la volta di Manduria e del Bike & Rock. Il concerto inizia puntuale alle 11,00. A seguire è prevista anche l'esibizione degli INCHIUVATU dello stesso Agghiastru. Il pubblico è preparato, grazie alla pubblicazione del debut-Cd 'INCANTU' e alle informazioni presenti sui vari siti, myspace in primis. Preparato dicevo, a sentire dal piano di Agghi, un genere di musica che mescola la malìa sicula già presente in 'Addisìu', ma anche le nuove venature indie/rock, senza parlare delle follie ritmiche tipo bossanova, punk, jazz/folk ecc. Il locale è al buio. Entra in scena Agghiastru e accende una bajour posta sul piano, si versa del vino, come in una liturgia, accende un sigaro, con l'aria di chi è capitato in quel luogo per caso, ma decide d'aspettare qualcuno, qualcosa. Le prime note di piano annunciano "L'Incantu". Agghiastru inizia a sussurrare tutta la delusione dell'amore andato a male, che riduce uomini e donne a ombre di se stessi. Secondo brano, (mi ha dato la scaletta) "Sangu", col batterista che inizia a picchiare duro sui tamburi. Ed è qui che si accendono le piccole lampadine, per Agghiastru, il suo cielo artificiale. Come al solito il pubblico lentamente si lascia coinvolgere dall'originale performance musico/teatrale. "Ferru e Focu", "Carennu", brani che piovono emozioni su un pubblico attentissimo. Ecco un lenzuolo macchiato di sangue e la bizzarra "La Stanza", dice: "a torto o a ragione, c'era un periodo in cui nel meridione, la verginità era considerata un valore..." tutte queste emozioni sono racchiuse nella canzone, "La Stanza", per l'appunto, per me tra le più convincenti della serata. Giunge il tempo di una psichedelica "Curù", con la batteria che mi ricorda certe cose dei Blonde Redhead, e Agghiastru che cerca invano il suo cuore... perso lungo il cammino. C'è il carillon di "Parìa","Tintatu", e per la prima volta live, "Rosa". Bella ed elegante. Ancora teatro. "La Morti" con la gente a battere il ritmo con le mani, e "Nichea" col fiscalettu di canna, dice: "vi suonerò qualcosa con questo semplice pezzo di canna, che produce una musica agro/dolce come la terra da cui provengo, e spero vi porti lontano da quella realtà che, a volte, non riusciamo a guardare in faccia", (la so a memoria ormai). E giù il cilindro, sarebbe anche ora di cambiarlo eh...! Si conclude lo show con la mitica "Addisiu", "Unia", "Scurusu". Insomma uno spettacolo carico di emozioni, da spartire come sempre con delle persone che hanno fatto loro i racconti di Agghiastru.
Rapido cambio palco, ed ecco gli INCHIUVATU. Se per lo show di Agghiastru non posso che spendere lodi su lodi. Lo spettacolo della metal band sicula, non mi ha convinto per nulla. Il tutto mi sapeva di auto celebrativo. I brani sparati a mille di velocità, e Agghiastru muto (cosa rara) a destreggiarsi tra chitarra e tastiera, e una sorsata di vino... Insomma penso, che dieci anni di storia, meriterebbero più calma e attenzione. Buona l'esecuzione in fondo, il suono, e il pubblico ha gradito, cosa significativa, ma forse a causa del poco tempo rimasto (Agghiastru aveva previsto di suonare tre ore, mentre all'una e mezzo hanno dovuto staccare) rimango convinta che lo show di Inchiuvatu non sia stato dei migliori. Eccessivamente compresso.
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