Credete che la no-wave sia morta??? Fate bene. Anzi benissimo.

Eppure, c'è qualcuno che in segretezza quasi totale, come fra i migliori complotti mai concepiti dalle menti politico-insurrezionaliste del nostro pianeta, tenta di ridarle vita, seguendo atmosfere oramai dimenticate, defunte, sacramentate, e lasciatemelo dire: dai più, seviziate. Ma facciamo un passo avanti. Se vi immaginaste di poter tornare a New York nella prima metà degli anni '80 grazie ad una macchina del tempo, ed il vostro compito fosse quello di cambiare il continuum della musica indipendente dell'epoca fino ad esasperarlo, cosa vi aspettereste di generare? Il caos? La distruzione? L'estinzione di qualche specie politica (semmai esista ancora)? Il pubblico disordine e/o abominio? Uhm...

Bene, se state pensando a tutto ciò avete due tipi di problemi:

1) siete una minaccia alla democrazia (e lo sapete, non convincetevi del contrario solo perchè abusate eccessivamente della pornografia..);

2) non siete mai venuti a conoscenza di un progetto auto-denominatosi AIDS WOLF.

E se le cose stanno così, avete fatto male, anzi di più.

Che senso ha tutta questa accozzaglia di puttanate che mi sto permettendo di concedervi? Perché mi sforzo di voler sottoporre alla vostra attenzione questi musical-"complottisti", membri unici di un governo ombra sepolto dalle masodontiche ed orripilanti brame della nostra stessa pseudo-società?

Perché finalmente, a mio avviso, qualcuno ci ha capito qualche cosa di questa stramaledetta e sadica linea che Darwin definiva "Evoluzione", e questi individui, in tal senso, dimostrano un' indole assolutamente contraddittoria nonchè trasparente e rigurgitante, come noto ed incubato nel loro album "Cities Of Glass". Le persone di cui parliamo, non fanno solamente centro nel loro intento, ma fanno anche paura. Socialmente.

Subentrando nei dettagli, il cd si sviluppa in 10 tracce ed è stato pubblicato nel Settembre del 2008. Malauguratamente, il tg1 non ne ha parlato, e nemmeno Feltri, o Farina, mi hanno chiamato per denunciare quello che può essere catalogato come uno squarcio psico-visivo cavalcante abnormità sonore filo-talebane e quindi nemiche della democrazia. Immaginatevi se Pollari avesse mai intercettato brani come "Tied Up" (brano secondo) le cui brame inumane lo avrebbero molto probabilmente costretto ad auto-costituirsi parte civile di un processo verso se stesso. Oppure, figuratevi un Pio Pompa intento a scappare da "Rilevant Issues" (brano nono), deformazione dell'Io inflazionato strabordante una (un po' troppo) eccessiva "volontà di potenza". Uno spettacolo a dire poco agghiacciante, non trovate? Io no, anzi. E se Armando Corona avesse lasciato perdere la massoneria per dedicarsi allo studio stereoscopico di "A Sacrifiicial Drone" (brano ottavo)? Ah, non credo che l'Italia avrebbe potuto prendere una piega migliore di quella attuale. Tutto l'opposto.

Per concluedere: il mondo è definitivamente capicollato, e vi conviene farvene una ragione, per davvero. Sìssignori, non trovate scuse, non fingete di guardarvi allo specchio con fare titubante per nascondere a voi stessi questa bieca e legittima Realtà, perché se così fosse album come il sopradescritto vi saprebbero mettere immediatamente sulla retta via in men che non si dica. Ed eccovi dunque il riflesso della società moderna inoculato in musica, AIDS WOLF. Una carcassa ambulante che si prende gioco di ogni forma-canzone mai concepita, percuotendola notevolmente per ridimensionarne l'anima con una facilità disarmante, mai proposta prima, e fine a se stessa: in poche parole? Neo-Paganesimo audio-visivo. Il migliore dei sottofondi tribali per ogni fine che ne sia degna. Colonna sonora di mille e milleppiù dissidenze sociali, globali e chi ne vuole più ne dica.

VERSIONE PER NON-LETTORI MODERNI: chitarre abusate, voci strazianti e stridule, batterie scadute (andate a male).

Non credo abbiate mai considerato la modernità così fragilmente come proposto da questo punto di vista.

A voi quindi, la guida alle contemporanee città di vetro.

Spero di essere stato esplicito quanto quest'opera.

Saluti.

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