Non semplice soffermarsi sul significato del titolo del lavoro in questione, rende però un po' l'idea dell'alienante commistione di suoni, eterogenea ma compatta che vi è contenuta in esso.

Gli Ako Doma provengono dalla Slovacchia, "Aliens Are Good For Sale"  è il loro terzo lavoro, pubblicato dalla Lizard Records nel 2003.

Diverse son le differenze con i precedenti due lavori del gruppo, oltre alla casa discografica,  prevede innanzitutto un cambio netto di formazione,  privi della cantante e flautista Petra Pavlicková, la Band rimane una classica formazione Rock dove le sonorità vengono indirizzate su un versante a tratti più sperimentale, ma non privo di aperture melodico-chitarristiche classiche del Prog, con qualche accenno di tardo Jazz-Rock settantiano e con la componente più sorprendente e suggestiva rappresentata dai rimandi all'Ambient Eno-Frippiano della traccia "IX" .

 Tra gli elementi del disco che si possono mettere in risalto troviamo "The Mead", 5 brevi sezioni che costituiscono una microscopica Suite di circa 6 minuti, sostenuta da una chitarra dal sapore Heavy-Proggheggiante nello stile dei migliori Rush, un po' come la prima metà di "Socks Dressed Lover" che repentinamente verte su un romantico tappeto sonoro dal sapore cammellato dell' oca delle nevi."Igor The Hairdresser" invece è il momento in cui soprattutto le parti di basso tendono a rievocare i  Soft Machine dei dischi successivi a quelli numerati.Come già accennato "IX" è incentrata su effetti chitarristici che inevitabilmente rimandano alle sperimentazioni della lucente "stella serale"  della ditta Fripp & Eno, momento centrale che fa da spartiacque alla seconda metà del disco, che si chiuderà nel modo più movimentato con un finale quasi orientaleggiante.

 L'elemento sicuramente più importante di questa pubblicazione son le foto all'interno del libretto raffiguranti i componenti del gruppo intenti a suonare giulivi nello studio discografico, tali raffigurazioni rendono infatti ancor molto più Prog il prodotto in questione, purtroppo si limitano ad una sola ed essenziale edizione discografica, se avessero riempito gli stadi saremmo stati tutti più felici di avere la tripla edizione con gli altri due dischi vuoti o meglio con qualche cover molto utile, che avremmo felicemente pagato, ma purtroppo i nostri si limitano solo ad un misurato ed equilibrato lavoro come Fripp comanda, in sette deliziosi brani.

 

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