Ricordate i Therion? Si dai, proprio loro, quelli gli quasi un ventennio fa invasero il mercato con il loro debut album, quel marcio "Of Darkness?", un prodotto di vero death metal, bhè sono cambiati, ma non solo come gruppo, anche come musicisti, hanno scelto di intraprendere strade musicali diverse non solo nel loro gruppo madre, ma anche i loro side project hanno mostrato le altre parti dell'anima musicale di ognuno dei collaborati a questo progetto.

Progetti, ecco, parliamo di un progetto, magari di quello della voce femminile della band, quella Martina Asner che ci ha deliziato smorzando le parti musicali therioniane, fino a farle diventare soavi o addirittura dolci: nel 1996 questa dama di prim'ordine nel mondo metal decide, assieme ad un certo signor Erik Rutan (noto ai più, magari appassionati di death, per essere il chitarrista degli Hate Eternal e Morbid Angel), di dare vita ad un gruppo di progressive metal operistico, denominato Alas, che, diciamolo subito, non brilla assolutamente per originalità, pur presentando in alcuni, scarsi, punti momenti interessanti e dotati del giusto groove.

Dopo il demo del 1996, dal titolo "Engulfed In Grief" e il successivo split album datato 1997, la band nel 2001 arriva finalmente al traguardo del primo album, rilasciando sul mercato il loro "Absolute Purity": il platter si dimostra da subito, come detto in precedenza, molto derivativo e influenzato da diversi generi, si va, infatti, dal progressive metal velato di malinconia, che riporta alla mente alcuni brani dei Pain Of Salvation, fino a sfuriate ritmiche e di chitarra di chiara derivazione death.      

L'lp scorre per tutti i suoi 44 minuti, suddivisi in 10 episodi, abbastanza in fretta, senza lasciare troppo il segno, annoiando abbastanza: si passa così dall'introduttiva "Absolute Purity", ricca d'influenze gothic e dotata di ottimi riff di chiara ispirazione swedish death e parti più atmosferiche, per arrivare a canzoni più elaborate quali "Endlessly Searching", al limite tra doom, power (più che altro per l'impostazione di stampo operistico, mantenuta per altro in tutto in platter, di Martina) e progressive, che presenta un ottimo lavoro chitarristico, sostenuto da una sezione ritmica fantasiosa, che presenta vari cambi di tempo e fa apparire la track più varia.

Da citare poi assolutamente il pezzo di chiusura, "Longin For Destiny", un brano di sola chitarra classica, eccezion fatta per il finale in cui fa la comparsa la chitarra classica, che ha un retrogusto a metà strada tra walzer e musica classica con un risultato finale da togliere il fiato. Sono questi i tre pezzi sicuramente più degni d'attenzione, il resto di questo "Absolute Purity" infatti pur viaggiando sempre sugli stessi binari delle canzoni sopraccitate, soffre (pur presentando brani che singolarmente si presentano gradevoli) di una grave mancanza di originalità, senza neanche una peculiarità che permetta all'ascoltatore di capire di esser passato all'episodio successivo.

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