1995. Dopo nove anni di assenza discografica torna sul mercato Alberto Camerini, con "Dove l'arcobaleno arriva". Un disco diversissimo dall'ultimo "Angeli in blue jeans". In quest'ultimo la parte anglosassone di Alberto, nel nuovo lavoro la parte latina. Alberto è nato a San Paolo del Brasile il 16 maggio 1951 (stesso giorno, mese e anno di Claudio Baglioni) e le sue influenze latine erano state già evidenti nei primi lavori con la Cramps, soprattutto i primi due. Qui i ritmi brasiliani ritornano, e si sente subito: "Dove l'arcobaleno arriva" arriva dritta al cuore, con i suoi fraseggi musicali rilassanti e latini; "La sposa" continua sulla stessa falsariga della prima canzone, e con "Rose tropicali" rappresenta un buon dittico, anche le rime sono simili. "Samba di cucina" è un altro ritorno in Camerini, quello alla gastronomia di "Pane quotidiano" e "Gelato metropolitano". Poi si cambia aria con "Notti d'agosto" e con la hit "Diamantina", contenuta anche nelle successive raccolte. E a proposito di hit, il disco di inediti contiene anche due nuove versioni, "Il ristorante di Ricciolina" e "La bottega del caffè", con il quale Alberto ha partecipato al Festival di Sanremo nel 1984, arrivando sedicesimo. Poi è il turno della festaiola "In pista" e della canzone più intensa e sentita, "Milano innamorata", dove Camerini rievoca anche il Liceo Beccaria. Un disco che fa tornare Camerini prima di tutto sulla piazza, in secondo luogo ai suoi ritmi originari. Passeranno altri sei anni prima che il Nostro si faccia la crestona e decida di fare il punkettone!

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