Non c'è verso, questo disco non mi vuole piacere, è più forte di me. Preso appena uscito due anni fa, questo esordio dei bergamaschi Aleph, "In Tenebra", non mi ha mai convinto appieno. La musica dei nostri è un concentrato di progressive, death e thrash metal, momenti doom (pochi a dire il vero), e con numerosi inserti dark wave (ben riscontrabili nelle partiture tastieristiche). Detto così sembra proprio un bel guazzabuglio di generi, e in effetti non si è molto lontani da ciò. Il disco risulta molto ben prodotto, il gruppo dimostra una tecnica veramente eccezionale, che sfocia in break progressive e fusion veramente interessanti e di pregevole fattura... Ma prolissi e stancanti, impegnativi come il panino con la porchetta alle quattro del mattino, con l'unica differenza che non ne ricavi la stessa soddisfazione.

L'opener "The Fallen" (rifatta poi dagli stessi con liriche italiane) parte con un bellissimo piano, evocativo e d'atmosfera, per poi procedere lenta e inesorabile verso un crescendo orchestrale, dominato essenzialmente dalle tastiere tenebrose (costante del disco) e da un cantato che, sinceramente, mi convince poco, più verso il recitato. A seguire ondivaghi ghirigoghi death ci portano alla seconda parte della canzone, di struttura essenzialmente simile alla prima, culminante in un finale soffuso. Il pezzo di per sé non sarebbe pessimo, ma risulta minato dall'approccio del cantante, altro difetto di tutto il disco.

In effetti anche la seconda traccia, "Unfaithful", risente dello stesso problema: eccessiva teatralità e pomposità nel cantato e negli arrangiamenti, troppi e repentini cambi di tempo, troppa tecnica buttata lì, talvolta, un po' troppo a caso.

L'unico momento veramente degno di nota dell'album è la lunga "Depths", un brano essenzialmente progressive, allietato da influenze di Pain Of Salvation (i primi che ho potuto riconoscere) e permeato da una buona dose di malinconia nient'affatto fuori luogo.

Il resto purtroppo mi lascia piuttosto indifferente: la troppa voglia di strafare e di confezionare un prodotto innovativo hanno danneggiato alla lunga questo disco. Se fosse stato più coeso, diretto verso un solo punto, con le varie forze in campo meglio gestite e con un approccio vocale migliore sarebbe stato un gran bel disco. Così però mi puzza tanto di occasione sprecata.

Carico i commenti... con calma