Un po' di tempo fa, interessato in generale alla ipotetica colonizzazione del pianeta Marte e tra i tanti siti di appassionati dedicati e relativamente ogni aspetto possibile riguardante questo processo, mi sono imbattuto in una pagina in particolare che dibatteva su quale sistema di governo avrebbero dovuto nel caso adottare i coloni.

Il discorso affrontava una situazione puramente teorica e che oggi non è neppure oggetto di simulazioni, perché queste nel caso riguarderebbero un numero ristretto di coloni, un vero e proprio avamposto, mentre qui si discuteva proprio di forme di governo.

L'articolo devo dire che era interessante, lo avrei linkato se lo avessi ritrovato, comunque concludeva che il migliore sistema possibile sarebbe stato quello di applicare sistemi di governo prossimi a quelli adottati nel mondo occidentale. Una visione chiaramente anche di parte, ma che giustificava con una sua tesi che - nel caso - può anche essere discussa: cioè che questo sistema, a differenza di altri e chiaramente faceva riferimento alla Germania nazista e all'ex unione sovietica, si era andato formando nel corso dei secoli e seguendo di pari passo po sviluppo della società e dei suoi appartenenti individualmente e come collettività e questo costituiva valida motivazione della sua superiorità rispetto ad altri modelli che erano stati imposti dal nulla con la forza oppure lo scoppio di una rivoluzione.

Tutte queste considerazioni, secondo me interessante tema di discussione di per sé e a prescindere della colonizzazione dello spazio, mi sono inevitabilmente ritornate in mente leggendo questo romanzo del 2004 dello scrittore americano classe 1958 Allen Steele e di recente pubblicato su Urania Mondadori.

Il romanzo è il secondo capitolo di una trilogia, ma può benissimo essere letto da solo per i suoi contenuti ed è ambientato su Coyote, la luna maggiore de pianeta Orso, sistema 47 Ursae Majoris, divenuto metà di rifugio per 'anarchici, libertari, collettivisti e io loro contrario: militari, cospiratori, gerarchi'.

Il romanzo si intitola 'Coyote Rising' ed è diviso in sette parti (anticipate da un prologo) in cui vengono raccontati i primi fatti all'indomani dell'arrivo dei primi coloni e di come ben presto si arriverà allo scontro tra una fazione più forte e che si definisce come rappresentanza ufficiale de l'Unione, il governo terrestre, e basato sulle sue stesse regole e metodi tra cui la rigida applicazione del 'collettivismo', un sistema che viene applicato tanto sulla Terra quanto dalla governatrice coloniale, la Matriarca Luisa Hernandez, in maniera autoritaria e dispotica; e una fazione di ribelli, i coloni di Midland, guidati dal comandante Robert E. Lee, diretto discendente del Robert Edward Lee comandante delle forze confederate durante la guerra di secessione, e dal leader della resistenza Carlos Montero aka Rigil Kent.

Il romanzo, che come detto fa parte di una trilogia e comunque di una lunga serie di opere ambientate su Coyote da parte dell'autore che qui ha voluto concentrare buona parte della sua produzione letteraria, si concentra di conseguenza tra lo scontro tra le due forze in quella che appare una riproposizione della guerra di secessione in un contesto selvatico e su di un pianeta che è ancora in grandissima parte inesplorato.

In questa opera di conseguenza, Allan Steele, uno scrittore moderno ma dallo stile asciutto, che riprende quello degli autori classici del genere, e che racconta la storia senza complicati giro di parole e la proposizione di particolari e complesse teorie di natura scientifica, ci rappresenta i fatti da diversi punti di vista e in particolare secondo la prospettiva dei ribelli per cui fa più o meno apertamente il tifo.

Non manca tuttavia di descrivere le diverse realtà sociali che si sono venute a creare di Coyote e che sono poi alla base del malcontento e degli scontri e non mancherà il resoconto di avventure e cronache di grandi battaglie. Ma in tutto questo Steele non dimentica l'aspetto puramente più fantascientifico e a un certo punto mette al centro della storia dirttamente Coyote invece che i protagonisti e ci aggiunge strani piccoli esseri simili a scimmie, originari del pianeta, sette religiose guidate da un fanatico mutante profeta della 'chiesa della trasformazione universale' e cyborg dalla vita eterna denominati 'savant'. Tutti elementi che alla fine si andranno a incastrare in quella che dopotutto, come tutte le storie di colonizzazione, sono spesso allo stesso tempo storie di grande violenza ma raccontate con quella enfasi tipica delle grandi imprese e delle grandi epopee della storia umana.

Un romanzo sicuramente avventuroso e ricco di fascino e che nel merito delle considerazioni fatte in apertura non risolve e non può risolvere perché il tempo della colonizzazione dello spazio è ancora lontano da venire e qui sulla Terra abbiamo evidentemente ancora troppe partite aperte da giocare. I precedenti, relativamente le esperienze delle colonie, sono stati sicuramente eventi carichi di violenze e che hanno visto la supremazia di una sola parte della storia umana e l'altra parte soccombere: si presuppone che quando saremo pronti per proporci alla ribalta nello spazio saremo un mondo più consapevole, ma questa è probabilmente utopia invece che fantascienza.

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