Nel 1998 gli Almamegretta avevano alle spalle due album studio "Animamigrante" e "Sanacore",più una raccolta di remix di brani già editi denominata "Indubb", grazie ai quali Raiz e company si erano imposti all'attenzione dei media e del publico nostrano; riuscendo talvolta anche a guadagnarsi la stima di diversi blasonati colleghi d'oltremanica come testimoniato dalla collaborazione del 1995 con i Massive Attack.
"Lingo", secondo chi scrive, può essere considerato l'album della definitiva consacrazione artistica della band partenopea, troppo spesso inserita in maniera superficiale da radio e giornali dell'epoca nel calderone della musica indipendente di propaganda da centro sociale. A differenza infatti dei cugini (per i media) 99 Posse, le liriche come gli arrangiamenti dei brani degli Alma hanno sempre avuto un maggiore "respiro internazionale". Gli Almamegretta di "Lingo" riescono, ancora meglio che nei precedenti lavori, nell'arduo compito di affrontare temi delicati quali: razzismo, immigrazione, religione e potere politico senza mai cadere nel facile e banale slogan da manifestazione studentesca. Ciò attraverso un'abile intreccio di melodie e ritmi provenienti dal mondo e raffinati suoni elettronici, aventi come unico comune denominatore la musica popolare. Un viaggio musicale che parte da Napoli e riesce a unire attraverso le 14 tracce del disco il Maghreb, la Giamaica, l'Inghilterra e l'Africa.
All'interno dell'album vediamo al fianco del nucleo storico della band composto da Raiz, Facchielli e Polcari (oltre che Gennaro Tesone alla batteria) alternarsi una foltissima schiera di musicisti e polistrumentisti di prestigio. Si va dalla partecipazione di Pino Daniele in veste di chitarrista in "Rootz" a Count Dubulah (bassista dei seminali TransGlobal Underground), per arrivare a Bill Laswell e Eraldo Bernocchi presenti in più brani.Da segnalare inoltre gli interventi rap di Dre Love, Jiulie Higgins e Dave Watts.
I due singoli di maggior richiamo dell'intero lavoro senza ombra di dubbio risultano essere la splendida opening-track "Gramigna" e la rabbiosa "Black Athena", all'epoca entrambe in heavy rotation in radio e nelle tv musicali con i rispettivi video per diversi mesi. Come in questi due singoli, il filo conduttore dell'intero lavoro discografico sarà l'alternanza del cantato di Raiz a metà fra la tradizione napoletana e quella araba con inflessioni talvolta di stampo caraibico; con gli interventi rappati in inglese dei vari Mc intervenuti al progetto. Degna di nota inoltre "Fatmah"(Fatima) song intrisa di misticismo e atmosfere medio-orientali,con un testo molto vicino a quello di una preghiera popolare. Fra gli episodi più riusciti dell'album anche "Rootz" e "47", oltre che la malinconica "Respiro", quest'ultima vicina concettualmente al repertorio classico-napoletano in cui uno struggente arrangiamento d'archi effettuato da Pasquale Minieri si fonde con loop elettronici di avanguarda. Chiudono il disco la title track "Lingo" e la lisergica "Suonno".
A 12 anni dalla sua publicazione, "Lingo" si presenta come un disco estremamente attuale sia dal punto di vista dei testi e delle tematiche affrontate sempre in maniera estremamente allegorica; sia per il sound e gli arrangiamenti curati in maniera quasi maniacale. In definitiva: non solo Dub, se amate l'elettronica in generale e una certa world music nella sua accezzione più alta direi che questo disco fa proprio al caso vostro.
Alla prossima, bye.
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