Appagato da una lunghissima carriera, certo non epocale ma oltremodo soddisfacente, il duo (illo tempore trio, per buoni dieci anni iniziali) degli America nel 2011 sbarcò il lunario pubblicando quest’album di cover, teso ad infondere il loro tipico stile adulto e rotondo ad alcune composizioni, accuratamente scelte fra quelle che sicuramente li avranno negli anni ispirati ed entusiasmati.
Gli autori promossi a subire una reinterpretazione in chiave country pop dolciastro da parte degli squisiti e rispettabilissimi Dewey Bunnell e Gerry Beckley, sono nell’ordine Paul Simon, i Fountains of Wayne (chi?), Joni Mitchell, i Beach Boys, i New Radicals, Mark Knopfler, Jimmy Webb, gli Zombies, James Taylor, Neil Young, i Gin Blossoms (come?) e dulcis in fundo il premio Nobel alla simpatia Bobby Dylan.
Passano gli anni, gli America cantano sempre meglio, accumulando esperienza ed accuratezza a iosa, ma la voce di Gerry Beckley continua ahimè ad aumentare la sua nasalità. Ci metto metà disco ad abituarmi ad essa, come al solito. Ci sono dei cantanti che all’inizio mi fanno grattare, poi mi ci faccio la bocca, e li accetto. Oltre a Beckley, altri che mi vengono in mente che mi provocano iniziale prurito sono ad esempio Carmen Consoli, oppure Edoardo Bennato, anche Barry Gibb… ce ne sono parecchi! Tornando agli America, meglio allora e sempre il canto del compare Dewey Bunnell, più asciutto, diretto e sobrio.
Il disco è registrato usufruendo di un bel mazzo di strumentisti di Nashville e quindi suona professionale, adulto (anzi, anzianotto), prodotto perfettamente e missato super bene. Astenersi under 40, ad esclusione dei ragazzi attirati dal vintage e che invidiano gente come noi, che è vintage di nascita. Come la nipote di un mio amico, dio la benedica, che ha vent’anni e si fa regalare dallo zio gli LP dei Doors, di John Mayall, dei Love, dei Velvet Underground come non ci fosse un domani!
Scusate la divagazione: voglio bene agli America per quei quattro, cinque dischi di annacquato ma musicalmente e vocalmente ispirato country rock degli inizi. Perciò mi sono accattato anche questo CD (a quattro euri, nella scansia dell’usato), oh yes.
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