Jhoan Hegg (voce), Olavi Mikkonen (chitarra), Fredrik Andersson (batteria), Ted Lundstrom (basso) e Jhoan Soderberg (chitarre) nel 1996 registrano "Sorrow Throughout The Nine Worlds", l'EP di esordio (dopo 2 demo) degli Amon Amarth, una delle più belle rivelazioni dell'heavy metal degli ultimi 20 anni. Gli Amon Amarth piacciono soprattutto perché non sono la "solita" band che suona death metal, le loro sono influenze ben più vaste di quelle di band come Cannibal Corpse o Six Feet Under, il death metal degli Amon Amarth spinge molto sulla melodia, che si ottiene grazie a chitarre molto lontane dalle chitarre "death" ma molto più vicine all'heavy metal classico e persino (nei tratti più melodici) allo speed/power metal, potenza e melodia insieme insomma, il tutto incorniciato da una batteria che va sempre su ritmiche velocissime sconfinanti nel thrash metal e ad un growl potente e non morboso e "pesante".
Questo mini-cd pur mostrando una band che ancora deve affinarsi e prepararsi per il successo a livello mondiale(che poi avrà) è un'ottima prova e presenta 5 buoni pezzi, si fanno notare anche e soprattutto in base ai loro testi anti-cristiani (ma non satanisti) nostalgici del mondo vichingo. La prima traccia è la title-track, un pezzo furioso e veloce con un growl graffiato e potente accompagnato da un ritmo speed/thrash e da chitarre molto melodiche dai bei riff, lunga quanto basta (3 minuti e 51 secondi) e con dei discreti assoli è una degna opener. "The arrival of the Fimbulwinter" inizia con un corposo riff di chitarra e presenta una batteria che in alcune parti della song viaggia alla velocità della luce, tra le migliori dell'intero lotto grazie al bellissimo lavoro delle chitarre melodiche che si amalgamano perfettamente con la struttura della canzone. "Burning creation" è un'altra buona canzone, nella sua parte iniziale ricorda gli ultimi Slayer, ancora una volta un buon lavoro dei due axe-man, in alcuni tratti, soprattutto il growl, la canzone sembra assumere le caratteristiche di una song black metal (altra importante influenza degli Amon Amarth). "The mighty doors of the Speargod's hall" aumenta l'influenza black della canzone precedente anche se le chitarre continuano il loro lavoro melodico che riduce l'impatto molto brutale della song, la batteria è poco meno veloce delle altre canzoni pur rimanendo su ritmi speed. Anche in "Under the grayclouded winter sky" si sentono influenze degli Slayer e del movimento thrash in generale per Andersson, però per l'intera struttura la canzone si dimostra molto più "tranquilla" (se mi passate il termine) delle altre quattro), riffs emozionanti (sullo stile dello speed power di Grave Digger ed Helloween) e linee di batteria incalzanti.
In conclusione pur essendo un EP "Sorrow Throughout The Nine Worlds" è un buon lavoro di una band (allora) emergente che di li a poco diventerà una delle migliori del viking-melodic death metal.
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