Gli Amor Fou sono tornati. E, non a caso, assolutamente in grande stile. Con "La stagione del Cannibale", progetto ambizioso pubblicato nel 2007, avevano già dato prova delle loro straordinarie qualità compositive con un album capace di scuotere le coscienze, ma soprattutto di raccontare, traccia dopo traccia, la desolazione, i fallimenti ed anche le speranze dei difficili anni 70. Personalmente, e forse non sono l'unica, credevo che suscitare con un nuovo album la stessa sorpresa e regalare la stessa intensità sarebbe stata un'impresa piuttosto ardua. Tuttavia "I Moralisti" è una risposta innovativa, mai banale, che è riuscita, a mio parere, a non intaccare la qualità che ha reso noti gli Amor Fou ad una bella cerchia di appassionati.

E' l'album dell'evoluzione questa, non solo dal punto di vista della formazione (con l'entrata in scena del cantautore Giuliano Dottori e di Paolo Perego), ma principalmente dal punto di vista musicale, con il passaggio da suoni electro-indie, che in parte perdurano, ad atmosfere prettamente cantautorali, ispirate alla miglior tradizione italiana. I testi poi sono caratterizzati da un sottile binomio di realismo e drammaticità, vere e proprie fotografie di personaggi quotidiani,in cui ognuno di noi potrebbe facilmente identificarsi.  

"I Moralisti" non è solo un album, sarebbe fin troppo freddo e poco obiettivo ritenerlo tale.  E' un intreccio di storie, immagini, sensazioni. Il buon Alessandro Raina non si limita semplicemente a narrare le vicissitudini di tali personaggi, ma li fa rivivere, di brano in brano, di voce in voce: ritroviamo Enrico De Pedis (il bandito "moralista" della banda Magliana) nella tagliente "De Pedis", giovani ragazzi ormai vuoti, disperati in "Cocaina di Domenica", la storia, ormai fin troppo attuale, di un sacerdote attratto da un ragazzo in "Peccatori in Blue Jeans", una madre assediata dai sensi di colpa, fino ad arrivare ai racconti speranzosi di un pazzo ormai torturato dalla normalità del mondo circostante ne "Un ragazzo come tanti", a mio giudizio il brano più emozionante e malinconicamente sofferto del lotto. 

L'arte, la poesia, ma in modo particolare la musica,oltre a regalare emozioni e sentimenti, hanno il vero unico obiettivo di colmare un vuoto. E gli Amor Fou, con questo spaccato di vita vera, di vita vissuta, sospesa tra finzione e realtà, credo l'abbiano ampiamente colmato.

Un pienissimo 4,5!  

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