Sibila il vento del nord, in una giornata gelida che di inizio primavera nulla possiede ma che, invece, sembra annunciare l'arrivo di un inverno che già imperversa da alcuni mesi nella silente Oulu. Terminate le sette ore al corso di lingua ed avendo finalmente una serata libera dal lavoro, mi preparo all'arrivo dei tanto adorati Amorphis rivisitandone la discografia in compagnia di alcuni capelluti amici finlandesi intenti a ingollare numerose "Kaljat" (birre nell'idioma locale), pronti a presentarsi perfettamente ubriachi all'entrata del locale.
Il club in questione è uno dei più gettonati in queste contrade, famoso per aver ospitato un concerto a sorpresa degli Him alcuni anni orsono e perennamente frequentato da inguaribili rockers di tutta la Finlandia. Piuttosto raccolto, consta di tre piani all'ultimo dei quali si esibirà il sestetto di Helsinki e si rivela una vera chicca per gli amanti del prog-rock e dell'hard'n'heavy ottantiano in generale. Giunti in auto (guidata dall'unico elemento sobrio del gruppo) si debbono compiere 20 metri a piedi che, per quanto brevi, si trasformano in allucinante "dolore" fisico per via di una fitta nevicata di stravento e degli orribili 15 gradi sotto zero che non mollano la presa da quasi tre mesi..
All'interno notevole calca e pubblico equalmente ripartito tra capelloni borchiati e numerose dark-ladies, livello alcolico della serata gia`piuttosto elevato considerato l'orario di inizio(22..). Giusto il tempo di assaporare l'acre delizia della prima media ed i sei prog-deathsters aprono le danze con la ferale "Two Moons" dall'ultima fatica "Eclispse" e che apertuta! Tight-riffing devastante, nitide tatsiere in primo piano e, soprattutto, Mr. Joutsen davvero sugli scudi con una prestazione vocale al fulmicotone. Acclamati dal pubblico, sorprendentemente caloroso considerata la latitudine, gli Amorphis sbobinano in serie "House of Sleep", "Leaves Scar", "The Smoke" e "Shame Flesh", lasciandomi completamente attonito di fronte a cotanta furia ed energia! Le chitarre di Esa e Tomi "feriscono" incontenibili, continuo intrecciarsi di riffs/solos tra classe e potenza mentre lo scatenato singer lascia l'ugola libera di volteggiare tra velenosi grunts di matrice death e morbide aperture reminiscenti il capolavoro floydiano "Tuonela". Davvero coinvolgenti.
La sorpresa arriva comunque a metà concerto con il ripescaggio dei pezzi che resero famosi i primi due capitoli nella storia della band: mi riferiso alle arcinote "The Castaway", "A Sign from the North Side" e "Drowned". Qui i nostri si superano, aumentando ulteriormente la ferocia death-metal grazie ad un drumming iper-veloce ed al crunch micidiale delle chitarre, superfluo è da aggiungere che Joutsen non sbaglia un colpo e si mette alle spalle i fasti del pur bravo Koskinen, rivelandosi vero mattatore della serata. Tra i conclusivi segnalo la leggiadria di "The Way", magistralmente riproposta in sede live con una precisione disarmante ed un arrangiamento sinfonico di classe cristallina, capace di renderne palpabili le atmosfere etereo-sognanti già ammirate su cd.
Terminata l'esibizione la serata prosegue tra alcolismo debordante ed il tempo di congratularmi con il bassista Nicklas (di gran lunga più suonato del sottoscritto) intento ad osservare il pavimento del locale! Naturalmente il rincasare in taxi agli albori del mattino mi costringerà ad ingurgitare patate e zuppa di piselli per almeno due settimane, in virtù di una nottata dai costi esorbitanti (80 euro!).
In conclusione un'esibizione emozionante ed energica a prova di una band in forma smagliante, capace di regalare forti vibrazioni e per niente superata come qualcuno potrebbe insinuare. La classe non è acqua.
Carico i commenti... con calma