Per dare al mio alter-ego quel che è suo, mica me la ricordo l'ultima volta che mi sono appassionato talmente ad un concerto, sicuro saranno stati 30 e passa anni fa, azzardo i Jingo De Lunch, Amy come Yvonne, clamorosa l'una come l'altra, devastanti gli Sniffers proprio come i Jinx.

Solo che sui Jinx ci avrei scommesso tutto, sugli Sniffers meno di niente, niente su Amy che arriva a Cesena e quando punta il microfono verso il pubblico, quello ritorna le canzoni urlate da questa “romantica teppista” (la definizione è del Maestro Cilìa e rende benissimo) e non sbaglia una sillaba ...

Amy a Cesena ci arriva da Milano e da una manifestazione figa assai, rock'n'roll duro e puro alla maniera di Virgin Radio, dove lei e gli Sniffers hanno aperto la serata prima che salissero sul palco i patetici Weezer e quei Green Day per cui mi mancano gli epiteti e mi piace credere che lo abbiano fatto solo per onorare un impegno preso due anni fa e poi andato a monte, avrebbe dovuto essere un concerto allora, è solo un concerto oggi, non so se abbiano suonato «GFY» e salutato tutti col dito medio in bellissima evidenza ma sarebbe stato un congedo fantastico, poi Weezer e Green Day per la loro strada a raggranellare presenze oceaniche, Amy e gli Sniffers per la loro strada fatta di un migliaio di affezionati in quel di Cesena.

Soprattutto gli Sniffers a Cesena ci arrivano dopo un anno girovagato per Stati Uniti e Regno Unito: ecco, circa 40 anni fa una simile esperienza fu l'inizio della fine per gente del calibro di Radio Birdman e Lipstick Killers mentre Amyl And The Sniffers ne sono usciti come l'unica speranza che ha il punk di sopravvivere in questo secolo; lo so pure io che il confronto non è proponibile ma comunque dice molto sulla statura di Amy, Bryce, Dec e Gus.

… Una ventina di canzoni, un'ora più o meno ad agitarsi come una forsennata sul palco appoggiata a un muro di suono che fa paura e se Amy ha imparato presto la sua parte, impressiona quanto gli altri tre nell'ultimo anno le sono corsi dietro veloci, e se è merito di un anno speso in giro a fare concerti a giorni alterni o di quella che, a modo suo, è la multinazionale del disco che ha strappato un ingaggio agli Sniffers poco mi importa.

Mi importa solo di quella ventina di canzoni suonate con un veloce e trasandato piglio hard come i Cosmic Psychos negli anni '80 – sempre loro, la fondamentale fonte di attitudine degli Sniffers: a memoria l'attacco di «Gacked on Anger», quella «Security» a metà concerto che ora come un anno fa rimane la roba più bella sentita dai tempi dei Social Distortion di «Don't Drag Me Down» e quel guazzabuglio di punk, hardcore e metal che è «Don't Need a Cunt» e quel testo alla cazzo di cane che Amy ti sbraita contro con adorabile strafottenza e sorriso disarmante mentre gli altri tre montano su la grinta feroce da duro ma si vede pure dall'ultima fila che in quell'istante si stanno divertendo tanto quanto Amy ...

Poi, è vero che la mia da qualche annetto a questa parte è una passione da ultima fila ma sempre passione è, e oggi pure Amy all'alba dei suoi 30 anni non è che si getti dal palco così di frequente come all'esordio, nel senso che in un modo o nell'altro il tempo passa per tutti.

Ma so pure che gli ultimi saranno i primi e allora pesa poco o niente rinunciare all'avanguardia di teste che si dimenano se ho l'occasione di salutare e ringraziare quelli di Area Pirata che sono lì per supportare i Not Moving anche se all'ultimo il loro concerto è cancellato – serata iniziata male – e al diavolo l'avanguardia se poi passano nei paraggi una biondina e tre ragazzotti in maglietta e jeans, altri quattro che di sicuro se ne fregano della prima fila, li guardo fissi perché mi paiono LORO anche se nessuno se li caga, per una volta mando affanculo la timidezza, l'imbarazzo e la paura di fare una figura di merda e quando li chiamo si avvicinano e sorridono quasi stupiti che li abbia riconosciuti – davvero Amy senza trucco e parrucco è tutta un'altra, a mio modo decisamente più carina, e così ho pure dato un tono professionale a questo scempio di paginetta – proprio come quando ai tempi delle cassette casalinghe e dell'intervista si stupivano che qualcuno in Italia potesse conoscere una banda che a malapena conoscevano nel quartiere. Magari i sorrisi, le strette di mano e due parole in croce spiaccicate lì nel mio inglese da brivido significano poco o niente ma un modo migliore per avviarmi verso l'ultima fila nemmeno ora me lo immagino.

… Ma «Pleasure Forever» l'hanno suonata? E «Westgate»? E «Some Mutts», l'hanno fatta «Some Mutts»? E io che ne so, cazzo ho stretto la mano ad Amy e mi è rimasta solo l'impressione di una ribollente colata di magma pesante e squadrata come un monolite, che di sicuro non esiste ma nella mia testa è l'unica cosa che rende l'idea.

Che grandissima banda che sono Amyl And The Sniffers.

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