Non sia mai che su DeBaser passi sotto silenzio una nuova pubblicazione di Amyl and the Sniffers, non sarebbe più l’unica bacheca dell’universo in cui si può trovare affisso un resoconto su tutto quanto realizzato da Amy, Dec, Bryce e Gus (e prima di lui Cal) dal 2016 ad oggi, con tanto di intervista e live report.

Insomma, lo scorso 21 maggio è uscito il singolo “U Should Not Be Doing That / Facts” che anticipa il nuovo album “Cartoon Darkness” in arrivo il 25 ottobre – a darne rumoroso annuncio anche la recente pubblicazione del brano “Chewing Gum” – e soprattutto rompe un silenzio discografico che durava dal precedente “Comfort To Me” del 2021.

Nel frattempo, una valanga impressionante di concerti in giro per il mondo, due volte anche in Italia, però ascoltare e canticchiare una loro canzone nuova era un’esperienza che mi mancava un bel po’, dopo aver mandato a memoria quelle che riempivano due ep, un singolo e due lp.

U Should Not Be Doing That”, lato A e anche nella scaletta del nuovo album, prende la scia di “Hertz”, mette la freccia e sorpassa in scioltezza. All’uscita di “Comfort To Me”, “Hertz” fu una delle canzoni che mi spiazzò di più, dimentico del fatto che Amy aveva più volte espresso la sua grande passione per l’hip-hop e che ritrovarsi a cantare in una banda messa in piedi per suonare uno scombiccherato punk da birreria era più che altro “merito” dei suoi trascorsi da galoppina per un’infinità di gruppi hardcore punk di Melbourne e dintorni, insomma galloni conquistati sul campo.

Poi sono arrivati il successo, l’ingaggio alla Rough Trade e l’incrocio con gli Sleaford Mods, il featuring con Amy nella loro “Nudge It” e, inevitabile, quella “Hertz” che oggi come oggi è tra i miei brani preferiti di Amyl and the Sniffers, per come quei quattro mescolano ingredienti, li masticano e li risputano fuori: quella della contaminazione è una storia vecchia come il cucco ma mi fa sempre piacere che qualcuno torni a raccontarmela.

E se “Hertz” era la reazione scanzonata e insieme malinconica ai primi barlumi di fama – “Mi sono fermata al fish e chips sotto casa / Perfetti sconosciuti si comportano come se fossero miei grandi amici, mi viene da ridere” – “U Should Not Be Doing That” è la reazione scocciata alla fama conclamata e a tutti gli spacciatori di buoni consigli non richiesti, spuntati come funghi dopo due giorni di pioggia: un vaffa sottinteso, un pugno chiuso col dito medio ben dritto in faccia a chiunque, da Melbourne a New York passando per Londra, si prende la briga di sparare sentenze a vanvera. È anche e soprattutto il tentativo di evolvere il punk dal pogo al ballo, e ben vengano le improbabili coreografie di Amy.

Si chiude con “Facts”. Niente da dire per come suona, sono Amyl and the Sniffers in ottima forma, rock’n’roll sferragliante, voce da urlo e stridula: che si permettano di relegare un pezzo del genere a lato B di un singolo e lasciarlo fuori dall’album fa capire molto di questi quattro. Si capisce ancora di più a farsi martellare da Amy con una sfilza di “N.O. FUTURE” cantati a squarciagola e dopo aver realizzato che, oggi, è l’unica che se lo può permettere senza cadere nel ridicolo. Proprio perché, il sentiero per il futuro Amyl and the Sniffers se lo stanno ormai tracciando da otto anni.

Carico i commenti... con calma