Sconvolgente.
Non trovo altri aggettivi per descrivere questo "Hell Is Empty And All The Devils Are Here", quarto album degli inglesi Anaal Nathrakh, duo dedito ad un Black Metal Industriale velocissimo, feroce e disumanizzato che, con l'andare avanti del tempo, si è aperto alle più disparate influenze, inglobando elementi Death e Grindcore e mettendo a punto un'autentica macchina da guerra capace di radere al suolo qualsiasi cosa si pari davanti. Il tutto è condito dai campionamenti elettronici di Mick Kenney (conosciuto anche come "Irrumator", che suona tutti gli strumenti) e dalla voce filtrata e distorta di Dave "V.I.T.R.I.O.L." Hunt, che, a giudicare dalle sue vocals, sembra vivere in un continuo stato di allucinazione o di crisi di nervi.
L'album esce nell'ottobre 2007 per la FETO records, etichetta di Kenney e Shane Embury (bassista dei Napalm Death) che negli ultimi due LP degli Anaal Nathrakh ha appunto suonato le partiture di basso (tant'è vero che FETO è l'acronimo di "From Enslavement To Obliteration", secondo album della storica formazione grindcore inglese, pura coincidenza?).
Il processo evolutivo che ha interessato ogni uscita della band, a partire dalle prime due grezze demo, ancorate al Black Metal originale, giunge a compimento in questo "Hell Is Empty...", eliminando alcune ingenuità che facevano capolino qua e là nei loro primi lavori: se in "The Codex Necro" (l'esordio del 2001) i nostri puntavano troppo su un muro di suono noisy e invalicabile, con una drum machine sparata a mille che a tratti ricordava le sperimentazioni estreme degli Agoraphobic Nosebleed (non scherzo!!!), in quest'ultima release (come già accadeva nel precedente "Eschaton", del 2006) viene esaltato un maggior dinamismo nel riffing di chitarra, più vario, incisivo e profondo, sorretto da una drum machine particolarmente creativa a livello di strutture ritmiche, capace di passare in un batter d'occhio da un tempo cadenzato e lento ad un blastbeat forsennato (come accade nelle ultime due tracce, la terrificante "Sanction Extremis (Will Them All)" e "Castigation And Betrayal"). Ciò non significa che gli Anaal Nathrakh siano diventati meno abrasivi e freddi: la violenza inumana (o sarebbe meglio dire "Anti-Umana"?) e l'impatto marziale non sono diminuiti di un grammo, anzi, sono stati addirittura accentuati vista la maggiore padronanza delle proprie doti artistiche e degli strumenti.
Come in ogni uscita del gruppo che si rispetti, non vengono pubblicati i testi delle canzoni, ma chi conosce bene la band sa a che cosa va incontro: le liriche, rese totalmente incomprensibili dal cantato di V.I.T.R.I.O.L. durante l'ascolto, sono improntate su temi come l'apocalisse, l'odio verso l'essere umano e la decadenza che imperversa nell'epoca moderna.
Il riffaggio è gelido come i primi Mayhem ("Der Holle Rache Kocht In Meinem Herzen") ma tagliente e meccanico come i Fear Factory del periodo Demanufacture ("Until The World Stops Turning"), inoltre sono evidenti le influenze crust e grind (come nella strofa di "Shatter The Empyrean" e il ritornello di "Screaming Of The Unborn") e persino thrash (la già citata "Der Holle Rache Kocht In Meinem Herzen" o nella frenetica "Virus Bomb"). Caratteristica delle composizioni sono i ritornelli, epici, drammatici e persino orecchiabili, in netto contrasto con le strofe irruenti (vedi le già citate "Virus Bomb" e "Shatter The Empyrean", ma anche "The Final Absolution"), cantati o in pulito o con cori alieni.
La produzione è ottima, nitida e permette all'ascoltatore di poter percepire ogni singolo strumento ed effetto elettronico, da scoprire ascolto dopo ascolto.
Su tutta l'opera regna un senso di catastrofe imminente, un'atmosfera apocalittica e travolgente, come se da un momento all'altro tutte le creature infernali comparissero sulla terra per dominare e sottomettere gli uomini ad ogni loro volere: in tal caso, un titolo come "L'inferno è vuoto e tutti i diavoli sono qui" (la traduzione del titolo dell'album) rende davvero giustizia ad un lavoro di tale caratura.
Angosciante, elettronico, disumano, cupo, visionario, a metà strada tra l'horror e la fantascienza, "Hell Is Empty And All The Devils Are Here" si candida a titolo di miglior disco estremo del 2007. Con tutto il rispetto per le uscite delle varie Relapse e Roadrunner Records, questo disco a mio parere rappresenta la punta di diamante del metallo estremo dell'anno scorso. Ideale colonna sonora per sopravvivere in una società selvaggia e barbarica come quella odierna (eeeeeh esagerato!), è un album da comprare a occhi chiusi per tutti gli amanti delle sonorità qui descritte: per tutti gli altri c'è sempre Anna Tatangelo che canta "Il mio amico"... scherzo, più o meno...
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