Si narra che una sera da una enorme quantità di pinte di Guinness bevute dal cantante Vincent Cavanagh ed il tastierista Les Smith sia nata l'idea di questo disco. Non è un concept album vero e proprio ma le canzoni si dipanano fornendo continui riferimenti all'evocativa immagine di copertina, la quale gioca sporco con tutti noi. Di primo acchito vediamo un auto ferma su una spiaggia, ripresa dall'interno dell'abitacolo con vista sul mare. Una polaroid di famiglia abbandonata sul cruscotto assieme a un cellulare con una chiamata persa, mozziconi di sigaretta, birra ed un biglietto d'addio con su scritto "un bel giorno per andarsene". Oscuri presagi rafforzati dalla presenza sulla spiaggia degli abiti abbandonati. Che sia una fuga? Poi apri la copertina e dietro la piega si nasconde la faccia dell'uomo riflessa nello specchietto retrovisore, ancora nella macchina con una pistola, delle pastiglie e del whisky appoggiati sul solito cruscotto. Qui iniziano i dubbi che non verranno mai svelati, ma che calano perfettamente l'ascoltatore nell'atmosfera dell'album, ricco di influenze che niente hanno più a che vedere con gli inizi doom-metal del gruppo di Liverpool. Se proprio si vuole è possibile a questo punto parlare di rock psichedelico con forti influenze alternative e gothic, la voce è ormai pulitissima e sognante anche quando le battute si intensificano e si fanno rock, vedi la fuga dalla feroce realtà che ti ossesiona di "Panic". Con questo brano siamo già verso la fine del album, ma la ricerca della pace interiore deve passare attraverso le mille contraddizioni dell'animo umano, attraverso la sofferenza e gli errori, pensieri sbagliati che a volte ti ossessionano per anni e ti rendono schiavo di te stesso. Medicine, alcool e fumo il risultato di paure e inadeguatezza. Diverse e personali le vie per avvicinarsi il più possibile alla luce. Gli Anathema mostrano qui la loro individuale idea di rinascita e salvezza attraverso nove passi sublimati dal trittico finale della succitata "Panic" (il panico appunto), "A Fine Day To Exit" (la presa di coscienza) e la toccante e travolgente "Temporary Peace" (il compromesso con se stessi e la pace raggiunta). Alla fine l'ipnotica risacca del mare ti accompagna verso la quiete, vera o illusoria che sia, ma per un istante congelato nel tempo rimani convinto di aver scoperto quello che ti faceva male e non riuscivi a vedere. Fino alla prossima marea.
Carico i commenti... con calma