Recentemente a tutte le persone che mi chiedono una dritta su un nuovo gruppo da ascoltare rispondo immancabilmente con quello dei ...Trail Of Dead, anche se in realtà i nostri non sono certo dei pivelli alle prime armi.

Questo è infatti il loro quinto album in studio senza contare svariati singoli ed Ep, ma come spesso accade non sono ancora molti quelli che si sono accorti di loro. Molto probabilmente rimarranno sempre un gruppo di nicchia, ma questo album, più di ogni altro, ha la possibilità di metterli in luce a una più ampia fetta di pubblico grazie ad una svolta pop-rock innegabile, netta e che per molti versi taglia con il passato.

Svolta che si era già manifestata in buona parte con l'album precedente "Worlds Apart", forse il loro capolavoro, ma che con "So Divided" ha definito le coordinate future su cui si muoverà presumibilmente la band texana. Le chitarre hanno ceduto un pò di spazio a fiati, archi e violini, i tempi si sono in generale dilatati e le melodie fatte più "pop"; siamo di fronte come a una sorta di alchimia tra le trame "cinematografiche" dei Mercury Rev. e le scorribande indie-rock dei mai troppo elogiati Motorpsycho.

Esempio calzante ne è l'iniziale "Stand In Silence", assalto rock e stacco quasi classico. La formula si ripete in altri pezzi forti dell'album come "Sunken Dreams" e, soprattutto, "Naked Sun", garage blues graffiante alla Mudhoney che decolla sul finale in una psichedelia maestosa e sognante. Ma è nelle canzoni più prettamente "leggere" come la dolce e malinconica "Witch's Web" o la brit-poppeggiante title-track che i Trail of Dead umiliano i vari Oasis, Coldplay e compagnia bella di successo.

Successo che il leader della band, Conrad Keely (autore dello stupendo artwork come sempre), e soci non sembrano neanche bramare più di tanto visto che mettono in pista come singolo la stralunata "Wasted State Of Mind" e poi coverizzano una "Gold Heart Mountain Top Queen Directory" dei semisconosciuti ma bravissimi Guided By Voices.

Signori: i gruppi rock capaci di ribaltarti dal di dentro ci sono... è il mondo che non li vuole più. 

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