PROLOGO.

Easy quand’era un ragazzino era un asso del volante.

Vinse 9 campionati di fila ai go-kart, in prospettiva sarebbe potuto diventare un campione della formula 1.

Poi, però, easy iniziò ad ingrassare, entrò in depressione e scomparve dalle scene.

Oggi easy ha una trentina d’anni, vive con la madre (interpretata da Barbara Bouchet) e non esce mai di casa.

Easy ha un fratello (interpretato da Libero De Rienzo) che dirige un cantiere edile. È successa una tragedia. Un suo operaio, un ucraino, è caduto da un’impalcatura ed è morto.

Il fratello gli propone di guidare il carro funebre con la bara del defunto fino in Ucraina per riportare le spoglie ai suoi cari.

Easy accetta.

Easy, un viaggio facile facile rappresenta l’esordio cinematografico di Andrea Magnani, un documentarista riminese nato nel 1971.

Il film, applaudito al festival di Locarno 2017, non ha nulla a che fare con la cinematografia italiana degli ultimi 20 anni, fatta di gente seduta a tavola che parla, di telefonini, di drammi familiari piuttosto noiosi, di arguti 30enni bambini che non ce la fanno (ma non è colpa loro) e di poco altro.

Easy è un vero e proprio road-movie.

Il viaggio di Easy (Isidoro, interpretato da uno straordinario Nicola Nocella che pur essendo già in carne, per la parte, è ingrassato di ulteriori 20kg) è un’odissea surreale, grottesca, amara e delicata tra lande sconfinate, pioggia neve e vento, fame e solitudine.

Un 35enne fallito, ciccione e depresso, si ritrova da solo in Ucraina, lui e una bara. Ne succederanno di tutti i colori

Succedono cose, dunque… finalmente! Dico finalmente per riprendere il discorso sul cinema italiano degli ultimi anni dove si parla molto ma non succede quasi mai nulla di interessante. Ecco, stavolta è il contrario. Si parla pochissimo. Easy è solo in Ucraina, incontra gente che gli parla in cirillico e lui gli risponde in italiano (quando risponde)…

Cambi di location, dunque… finalmente! Un film dinamico che in più ci presenta una terra inesplorata, non capita tutti i giorni di vedere il territorio e squarci di quotidianità in Ucraina. Quindi, again, non il solito film italiano con le solite facce (giallini gassman papaleo ambra argentero blablabla) chiusi in casa a battibeccare (quanto spreco di energie per trovare i dialoghi giusti, le rispostine piccate, sorprendenti che vorrebbero essere pungenti o divertenti alla bisogna).

Easy, novello candido, incede e procede con la sua bara contro ogni avversità tra autostrade deserte, boschi, villaggi.

Il film si fa apprezzare anche dal punto di vista tecnico e credo sia stato piuttosto impegnativo da girare, tra campi lunghi alla John Ford tra boschi, neve, fiumi…

Anche la colonna sonora, di stampo vagamente western, ben si accompagna a questo curioso road-movie.

Riuscirà Easy a portare a termine la sua impresa?

Andate al cinema a scoprirlo.

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