Gli Andromeda non sono un gruppo esordiente. Sono al loro quarto lavoro, e quest'ultimo “Chimera” risulta essere il loro più azzeccato album. Il loro progressive metal è dotato di ottime aperture compositive che donano alla musica una peculiare atmosfera, differente ad ogni pezzo.

Dotato anche di influenze che prendono a piene mani da un vecchio repertorio Thrash, il lavoro si presenta complesso, a tratti futuristico (grazie anche ad azzeccati effetti tastieristici), molto intricato nei cambi di tempo e di non facile ascolto, ma una volta assimilato riesce a sorprendere ad ogni ascolto. L'inizio è affidato a “Periscope”. Un brano molto veloce che mette subito in mostra la caratura tecnica dei componenti. Lo definirei sicuramente il classico brano progressive, dotato di continue alternanze tra esplosioni sonore e momenti di calma e atmosfera acustica, senza tralasciare la classica parte strumentale posta in mezzo al brano. Il singer si esibisce in una prova veramente buona, che si rivela del tutto con la seguente “In the end”, di rara bellezza esecutiva ma anche atmosferica, grazie ad un ottimo ritornello ed una grande e martellante sezione ritmica. Si passa così da sonorità più heavy a soluzioni più acusticheggianti con “The Hidden Riddle”. Un altro brano degno di nota, vista la sua grande varietà sonora e vista anche una grande prova del cantante, dotato di un'espressività veramente eccellente in questa canzone.

Going Under” ci riporta in territori più prog, quindi va riallacciata al discorso intrapreso dalla traccia iniziale: un intro molto thrash per poi gettarsi in suoni futuristici di tastiera e in una buonissima parte centrale. Ottimo il finale, che si fa calmo e riflessivo. Dalle atmosfere simil-Pantera è “The Cage of me”. Si nota subito come siano canzoni dotate di una grande aggressività sonora, quasi inusuale per una prog-metal band. Questa violenza sonora si fa viva nuovamente in “No Guidelines” dotata di linee di chitarra pregevoli ed originalissime. “Inner Circle” è sperimentale, dalle atmosfere pacate e oscure per scoppiare in un tripudio tecnico. “Iskenderun” ci mostra la band in un attimo di confusione invece: l'atmosfera orientaleggiante che pervade il brano non è originalissima, quasi sforzata e costretta. Un brano brutto in definitiva. Ma è da lodare sempre e ancor di più la prova del cantante, in un turbinio di espressività e a volte quasi di teatralità. La confusione compositiva si rivela ancora nell'ultima traccia, che, secondo la tradizione prog, è la suite: “Blink of an eye” è molto spezzettata e frammentaria, difficile da ascoltare pienamente e per questo difficile da apprezzare nella sua interezza, anche se presenta spunti mirabolanti come l'intermezzo pianistico.

In conclusione: una prova ottima, ancora una volta, di questa band svedese. La produzione è professionale e perfetta e la prestazione dei musicisti è di primo livello. Il disco presenta pochissimi punti deboli, appunto nelle ultime due tracce. Un disco da ascoltare più volte, ma di sicuro si farà apprezzare ed amare.

Elenco e tracce

01   Periscope (06:11)

02   In the End (04:58)

03   The Hidden Riddle (05:51)

04   Going Under (06:27)

05   The Cage of Me (07:08)

06   No Guidelines (06:22)

07   Inner Circle (07:03)

08   Iskenderun (05:30)

09   Blink of an Eye (12:29)

10   Chameleon Carnival (live, 2002-05-24: Malmö, Sweden) (05:12)

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