Fa sempre piacere navigare tra le pagine di DeBaser e scoprire che alcuni dei tuoi album preferiti siano non solo conosciuti anche da altri, ma addirittura recensiti e descritti devo dire spesso con grande passione e spirito critico. L'altro giorno però, interessato a sapere il parere di altre persone su uno dei miei album preferiti, cioè "The Return Of The Black Death" degli Antestor, scopro, con grande stupore che la recensione è assente!

 Ho deciso così di scrivere io la recensione nell'intento di far ad ascoltare, a chi non l'avesse già fatto, questo magnifico lavoro.

 Gli Antestor sono un gruppo Black Metal norvegese, uno dei primi a scrivere testi riguardanti tematiche cristiane e argomenti antitetici (quali la sconfitta del male a favore del bene) rispetto a quelli cui questo genere ci ha abituato. Per questo motivo la band ha subito, durante il suo travagliato cammino, critiche, minaccie ed addirittura l'annullamento della pubblicazione dell'album in questione da parte della casa discografica. Queste vicende non sono riuscite ad interrompere i lavori della band ma ne hanno sicuramente ostacolato, se non limitato, la diffusione e l'emergere. 

Musicalmente gli Antestor suonano un Black Metal (sto dicendo BM al posto di Christian Metal o Unholy Metal volutamente, per me è la musica che conta!) atmosferico caratterizzato da cadenze spesso lente e talvolta volutamente monotone, non mancano però elementi melodici, grazie alle tastiere che contribuiscono notevolmente all'atmosfera oscura e tetra del sound. La musica è arricchita ulteriolmente da elementi folk e da parti, seppur non frequentissime, in clean vocals (alla Ulver per intenderci). Il sound complessivo è molto simile a mio avviso a quello dei Satyricon in quello che è stato a mio parere il loro miglior periodo (da "Dark Medieval Times" a "The Shadowthrone"), e la cosa è alquanto buffa se si pensa ai contenuti e alle liriche dato che questo è stato il periodo di massimo impegno per Lord Sigurd e company nell'osteggiare odio verso il cristianesimo..

Ma veniamo al disco. Undici traccie scritte metà in norvegese e metà in inglese, 57 minuti complessivi di musica in cui si alternano parti doom tremendamente coinvolgenti a tratti in cui chitarrre e batteria accelerano e la voce diventa estremamente aggressiva grazie ai growl graffianti, e in alcuni casi addirittura disperati, di Kjetil. Le ritmiche marcianti e il blastbeat incessante caratterizzano gran parte del disco e ricordano il medieval metal dei primi Satyricon. Le traccie sono tutte fantastiche, inutile descriverle una ad una, lascio a voi il piacere di ascoltarle. Vanno comunque citate, in quanto capolavori assoluti, "Sorg" (in norvegese Dolore) nella quale un inizio lentissimo e drammatico caratterizzato da una tastiera e da un cantato quasi parlato di una tristezza rara, sfocia in un growl disperato a cui seguono i due minuti finali della canzone che sono a mio avviso tra i più bei passaggi di Black Metal atmosferico mai suonati (a me tra l'altro ricordano la musica di Quark!). Da citare anche "Ancient Prophecy", brano fantastico in cui è la monotonia a farla da padrone, con un'atmosfera decadente che ricorda i Bathory, portata all'estremo nei secondi conclusivi da brivido in cui la musica lascia posto al fuoco e al vento emersi in sottofondo. Altro pezzo meraviglioso è "Battlefield", in cui i riff di chitarra davvero azzeccati e originali si amalgamano perfettamente alla batteria, anche qui  la parte centrale della canzone presenta un intervallo atmosferico di rara bellezza.

Chiudo qui sentendomi di consigliare vivamente a tutti, anche i non amanti del genere, l'ascolto di questo meraviglioso album che è a mio parere il lavoro migliore degli Antestor (persino meglio dell'ultimo e sicuramente meglio supportato "The Forsaken", recensito ottimamente da emanuele) nonchè uno dei gioielli nascosti del genere...

 Grazie per la lettura.

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