Ogni volta che ti distrai un attimo, in Germania spunta una nuova band promettente: la Scandinavia ha dato i natali al Black metal, la Francia e gli Stati Uniti hanno raccolto la pesante eredità; ma se c'è una scena che dovrebbe stare particolarmente a cuore agli interessati è proprio quella tedesca. Da Nargaroth ai Bethlehem, dagli Absurd ai Nocte Obducta, passando per altre centinaia di realtà promettenti, le band tedesche hanno saputo imporsi senza seguire i trend, mantenendo un profilo sempre molto underground.

Anti era il chitarrista dei Darkmoon Warrior, oscura band di Lipsia, in cui milita anche Krieg, che qui presta la sua ugola tagliente. La proposta del gruppo non è niente di particolarmente originale, in un panorama Depressive ormai sovraffollato e le cui coordinate stilistiche sono già state codificate da centinaia di band. Fare qualcosa di rivoluzionario è un'utopia. Anche a livello tematico è stato toccato ogni estremismo possibile, passando da spunti come il Dolore Fisico, Dolore Esistenziale, Follia, Solitudine , Isolamento, Suicidio...

"The Insignificance Of Life" passa oltre queste considerazioni imponendosi come un lavoro fantastico. È la prova che per comporre un buon album non serva poi chissà quale originalità, quando si possiede una personalità fuori dal comune.

Tutti i clichè del Depressive moderno vengono saltati a piè pari: in un periodo in cui il modello di Xasthur (chitarre liquide, tastiere e psichedelia stonata) la fa da padrone, Anti si rituffa nel passato, pescando a mani giunte da Burzum (Filosofem) e Abyssic Hate, allacciandosi in un certo senso ad esperienze contemporanee come quella degli italiani Enthroning Silence: stessa voce distorta, stessi riff fumosi, pesanti e asfissianti, grigi e tetri più che orrorifici. Il risultato però è a mio avviso migliore del gruppo italiano, anche per via di alcuni elementi che differenziano Anti dai suoi illustri modelli.

Innanzitutto l'universo concettuale entro cui si muove il progetto. Suicidio e Male di Vivere sono presenti come in ogni produzione degna di questo nome, ma l'angolazione da cui vengono trattati questi temi è leggermente diversa, donando al disco un alone davvero disperato. Una lettura ai testi è consigliata a tutti quelli che credono che questo sia un genere falso a priori, dato che i musicisti che lo rappresentano sono più che in vita, godendosi i proventi delle vendite (milioni di euro immagino).

Anti abbandona ogni velleità di cambiamento, di lotta, che pur potrebbe portare ad una decisione dolorosa come il suicidio; non c'è neanche una vera e propria rassegnazione, un gettare la spugna di fronte alle difficoltà. Non c'è più niente. Anti è il verbo di questo vuoto interiore. Se Nortt si trastulla nelle proprie visioni di morte, metafisica e cerebrale, indagando un mondo che altra cosa da quello umano e concreto, le riflessioni di Anti sono tutte per la vita terrena: se inizialmente colpisce meno del danese, il tedesco alla lunga fa realmente più paura di Nortt.

"Zero Point" è uno degli apici del disco; un riff lento e granitico sorregge un arpeggio malinconico, che si trasforma man mano in un giro di solista di lancinante bellezza. Il Punto Zero si raggiunge

"When emotions no onger exist

When the last piece of humanity

Inside of you is dead"

In un mantra di abbandono molto crudo,

"When the chemicals burn your stomach

When the heroin separate your soul from your body"

Si tocca pure un frangente che rappresenta la definitiva emancipazione dalla scena norvegese, in cui si consuma il distacco dal fascino per il mondo.

"When the calling of the fullmoon

Don't get you anymore

When the nights lost all their beauty"

Oppure "Nothing", traccia d'apertura, in cui si parla del rapporto tra se stessi e le persone che ci circondano: il testo tocca idee pirandelliane (ovviamente senza saperlo), ribaltandole: non sono più gli altri a leggerci nel modo che più li rende felici, facendo di noi dei burattini o delle maschere, bensì siamo noi ad uniformarci a loro, "come degli specchi", per renderli felici ed allontanarli dalla nostra persona, in una celebrazione della vita come continua messa in scena.

La musica è squisita quanto le parole, sempre in bilico tra il grigio delle chitarre ritmiche ed i colori della solista, tra la voce lacerante e la freddezza della drum-machine.

(S)consigliato. Dopo questa botta di adrenalina (??) vi faccio i miei più sentiti, sinceri, cordiali, affettuosi e premurosi auguri di buone feste...

Elenco tracce e video

01   Nothing (04:02)

02   Landscape in Minor (05:52)

03   Invocation (06:02)

04   Farewell (Escape Into Beyond) (06:09)

05   Zero Point (03:36)

06   Mourning Soul (03:33)

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Altre recensioni

Di  Lord Nazgul

 Presentarvi il primo Full-lenght di Anti è come descrivere qualcosa da cui è difficile scappare, una spirale che dopo averti catturato ti risputa fuori malconcio e segnato.

 La soluzione a tutto pare ovvia: il suicidio.