C'è un solo modo per rialzare la testa quando l'ispirazione se ne è andata ormai da anni: riprendere il proprio passato. È quanto ha fatto, finalmente, diciamocelo, Antonello Venditti, che approfittando di un anno di pausa prima del suo nuovo album di inediti, ha preferito impiegare questo tempo nel migliore dei modi, proponendo i suoi vecchi brani degli anni '70, che in concerto non cantava anche da 20 anni, ricordandosi, e ricordando al pubblico, chi è stato. Diciotto concerti tutti sold out tra gennaio e aprile di quest'anno per "70.80 Ritorno al futuro", un titolo ovviamente ispirato al celeberrimo film di Zemeckis con Michael J. Fox, che potrebbe far ben sperare per un ritorno a quelle sonorità anche nei prossimi album di inediti. Ventiquattro brani racchiusi in due cd per offrire all'ascoltatore un Antonello depurato, che nei concerti si è tolto persino gli occhiali (veramente non sembra lui senza i mitici Ray Ban, che indossa dal 1972), ed è ritornato in pianta stabile al suo amato pianoforte. Ma non solo, è ritornato, dopo oltre 35 anni, a collaborare con il gruppo Stradaperta, che lo accompagnava negli anni '70! Un ritorno a tutto tondo, insomma. Nell'album, che rispecchia fedelmente la scaletta dei concerti, cinque sono stati i brani a cui il gruppo ha partecipato: "Giulia", "Sotto il segno dei pesci", "Bomba o non bomba", "Sara" e "Modena". L'ordine delle canzoni è quasi cronologico, e attraversa il periodo che va dal 1972 al 1988, da "Theorius Campus", rappresentato da "Sora Rosa" che apre il disco-concerto, a "In questo mondo di ladri", rappresentato dalla traccia omonima che lo chiude. Alcuni brani risultano allungati nella loro nuova versione, altri invece più brevi. Da notare che non sono rappresentati gli album "L'orso bruno" e "Ullalla", quest'ultimo tra quelli di minor successo della carriera di Antonello, mentre appare il singolo "Grazie Roma", con cui Antonello festeggiò lo scudetto giallorosso nel 1983 con tanto di live "Circo Massimo" apposito. Se ci sono delle mancanze, ci sono ovviamente anche delle presenze, e che presenze! "Compagno di scuola", "Lo stambecco ferito" suonata finalmente integrale, "Penna a sfera", tre canzoni tutte da 5 stelle, tra i più bei lati B (in senso discografico, vista l'accezione utilizzata negli ultimi anni è meglio precisare!) di tutto il cantautorato italiano. Ma anche il ritorno di "Marta" e "Campo de' Fiori", dal disco "Quando verrà Natale" che ha compiuto 40 anni proprio quest'anno, e il gran ritorno in concerto di "Modena", scelta da sola per rappresentare "Buona Domenica" invece della title-track, che segnerà il lento ma inesorabile avvicinamento di Venditti alle sonorità e alle tematiche sentimentali del decennio successivo, che si chiude, così come il disco-concerto, con "Ricordati di me" e "In questo mondo di ladri", hit anni '80 tratte dall'ultimo lavoro di Venditti che supera la sufficienza. Poi, dal 1988 a oggi, eccetto il lieve rialzo di "Dalla pelle al cuore", una discesa che si spera, con questo album, si trasformi in una risalita. Risalita che comincia con il voto che metto.

Carico i commenti...  con calma