Il 2015 musicale in ambito italiano si appresta a terminare senza aver regalato grandi soddisfazioni, ma senza aver nemmeno deluso (perlomeno chi vi scrive).

Tra le note positive: la scena elettronica con Yakamoto Kotzuga e Godblesscomputers , Mecna, la riconferma di Iosonouncane, i Verdena, la fantomatica Italian Occult Psychedelia (Squadra Omega, Heroin in Tahiti, Lay Llamas, Father Murphy) e, last but not least, gli Any Other.

Gli Any Other sono il progetto musicale di Adele Nigro, strutturato sia in studio che dal vivo con la classica formula del trio chitarra-basso-batteria. Strumentazione ridotta all'osso e arrangiamenti arricchiti qua e la da qualche tastiera per 40 minuti che non mostrano cali tra un episodio e l'altro.

"Silently. Quietly. Going Away" è un disco d'esordio che suona fresco, pur avendo tra le esplicite influenze nomi dai forti connotati nineties. Ascoltando l'album non possono non venire in mente gruppi come Built To Spill (in particolare "There's Nothing Wrong With Love"), Pavement e i primi Modest Mouse. E in parte si sente anche l'influenza di certo emo degli stessi anni. Ma pur essendo evidenti i richiami, Adele sembra aver colto in pieno lo spirito naif di quel decennio.

Altro punto a favore dell'album sono la voce e le liriche marcatamente autobiofrafiche. Liriche incentrate sulla vita e i sentimenti di una ventenne.

Senza volerne tessere le lodi ad ogni costi, non si può non ammettere che qualora fossero nati in Illinois o Massachusetts sarebbero già tra gli high scoring albums su Pitchfork, nonché sulle classifiche di fine anno delle webzine di mezzo mondo. "Silently. Quietly. Going Away" non ha niente da invidiare alle uscite coeve di gente come Speedy Ortiz, Waxahatchee, Hop Along, Courtney Barnett.

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