Dopo aver sentito quest’album almeno una ventina di volte di seguito e aver notato di non esserne assolutamente sazio, mi è sorta una domanda: ma Richard James che ha nella testa? Come possibile che uno riesca a compiere un album così perfetto dal punto di vista dei suoni, delle melodie e dei ritmi? E come è possibile che si uniscano suoni così diametralmente opposti come senza scadere nella banalità?
La risposta si chiama talento. Ovvio che anche Richard ha fatto le sue belle cagatine (mi riferisco ad esempio a certi album legati allo pseudonimo AFX), ma dopo aver sfornato due monumenti dell’ambient music come SAW e SAW2, ritrovarci una perla del genere fra le mani significa solo una cosa: talento ed amore per la musica. Ed averne ascoltata tanta e variegata. Suoni diametralmente opposti come quelle arie di violino che si intrecciano a basi drum‘n’bass puramente ossessionanti create al sintetizzatore (“4”, “Girl Boy Song”); un simil organo che si staglia su acide basi impazzite quasi al limite della break core (“Corn Mouth”); le ninna nanna acide (“To Cure a Weaklin Child”); ma anche l’ariosità stupenda di una tastiera armonica contornata da un qualcosa di non ben definito che si contorce su sé stesso (“Yellow Calx”). L’ammaliante “Fingerbib” è un tripudio di semplicità (forse l’episodio migliore) e tira fuori il lato più “sognatore” di Richard; visto che non si rinnegano le origini acid, troviamo una danzecchiante “Cornish Acid” ed una pungente “Peek”; “Goon Gumpas” è la colonna sonora ideale di un qualche viaggio di un qualche eroe medievale in cerca della sua principessa. “Logon Rock” e la sua liturgia chiudono il disco.
Detto così in due righe, il disco non rende l’idea di come è stato veramente composto. La cura maniacale di ogni particolare e di ogni livello del suono fa sì che le canzoni rimangano ben incise nella testa, come se fossero un’ incisione su granito. Aggiungiamo poi che nel 1996 nessuno ancora aveva avuto idee così e che anche a distanza di anni gli artisti elettronici si ispirano ancora a questo disco (e anche a buona parte della discography di Aphex)….. Pietra miliare dell’elettronica senza nessuna ombra di dubbio.
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