Si lo so, avete dato un'occhiata al voto e al genere dell'opera e avete pensato di avere a che fare col solito tallo esaltato che vede capolavori in ogni gruppo anni '80 all'epoca mai cagato da nessuno e ora rivalutato alla luce del rinnovato interesse che le sonorità US Power Metal sono tornate a riscuotere. Beh, può darsi che sia un esaltato, anzi è molto probabile, ma questo, fidatevi, se non è un capolavoro ci va comunque veramente vicino.

Gli Apollo Ra, si formano nell'anno 1984 a Baltimora in pieno boom Heavy Metal, ma al contrario di tanti più fortunati (e spesso più scarsi) colleghi, faticano ad emergere dal panorama locale, dove fra l'altro si ritagliano un consistente seguito, e il primo demo, datato 1989, esce in un periodo dove il Thrash la fa ormai da padrone e monopolizza i gusti del pubblico; naturalmente gli sforzi del combo passano pressoché inosservati agli occhi delle etichette discografiche. La band opta per lo scioglimento e i nostri si perdono fra le nebbie del tempo, ma fra gli adepti del culto del sottosuolo metallico il loro nome è fra quelli che viene sussurrato più insistemente, e intorno al monicker Apollo Ra si crea un alone di leggenda, fino al 2000 quando questo Ra Pariah, in pratica un loro demo rimasterizzato, vede la luce grazie all'opportuno ripescaggio della misconosciuta OPM records.

La proposta del gruppo, pur se riconducibile agli stilemi di un Heavy Metal con venature progressive che mantiene un alto tasso di personalità, e gli inevitabili rimandi a nomi come Queensryche, Savatage o Fates Warning non rendono giustizia all'originalità del gruppo. Sui riff elaborati ma efficaci e un solismo virtuoso ma mai debordante o sopra le righe della coppia d'asce, si staglia la voce graffiante & potente di David John Miller, la vera protagonista dell'opera: linee vocali in bilico fra cattiveria e teatralità sciorinate con un timbro distintivo, una sorta di Jon Oliva più stridulo. Il songwriting si mette al servizio del talentuoso singer senza esserne schiavo, e rivela una versatilità sorprendente, e i pezzi filano via lisci come l'olio in virtù di una varietà rara in un lavoro di questo genere.

Dall'elegante "Out Of The Night" (la più smaccatamente queensrychiana), alla più hardroccheggiante "Heaven's Just Another Way", passando per l'eroica "Bane Of The Black Sword" o i richiami NWOBHM di "Creating Zero", gli amanti del genere troveranno pane per i loro denti, e sfido un appassionato a non scuotere ritmicamente la chiorba con "To Be A Hero", o a non ritrovarsi appiccicata per eoni nel cervello la melodia della strofa di "The Challenge"; ma la summa dell'opera è indubbiamente la title-track, che ha in nuce gli elementi già menzionati, con in più una vena mistica ed evocativa che la rende uno dei vertici del genere.

Se sono riuscito nell'impresa di incuriosirvi, sappiate che trovarlo non sarà facile, ma lo sbattimento sarà ampiamente ricompensato dall'ascolto di questa chicca.

Elenco e tracce

01   Crimson Streets (00:00)

02   Out Of The Night (00:00)

03   Heaven's Just Another Way (00:00)

04   Obsession (The Liars Dream) (00:00)

05   The Challenge (00:00)

06   Creating Zero (00:00)

07   Ra Pariah (00:00)

08   Bane Of The Black Sword (00:00)

09   Coming Of Age / Rukkus (00:00)

10   March Of Fire (00:00)

11   To Be A Hero (00:00)

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