Noise, Wave, punk, improvvisazione? Difficile incasellare gli arabi tanto suonano strani e devastanti. La forma canzone non rientra nel loro modo di pensare e anche i passaggi melodici non sembrano molto apprezzati, in molte canzoni si ha l’impressione che tutto sia diretto verso lo sfascio totale e il caos sembra irreparabile.

Invece loro sguazzano felici in questo marasma sonoro complice anche la durata esigua delle “canzoni”, mentre si divertono a maltrattare le chitarre con note altissime e distorte, la batteria sembra suonata da un muratore con mazza, tanto è semplice e cattiva, senza parlare delle staffilate di synt sparse qua e là giusto per rovinare i timpani a noi poveri ascoltatori.

La voce come potrebbe essere se non malata e isterica, quando non sembra solo un lamento insopportabile?
25 minuti in 8 canzoni e dopo, tutto torna alla calma nella vostra testa ma qualcosa rimane nascosto, un piccolo seme incolore che  se opportunamente annaffiato e nutrito vi mostrerà la strada per capire la follia nascosta dietro la musica malata degli arabi e della skin graft. Un elogio alla skin graft che continua a sfornare gruppi fregandosene di mode e critici e spesso anche del lucro.

Elenco tracce e video

01   My Mind is a Muffler (04:06)

02   Cocaine Mummy (02:47)

03   God is Dad (02:05)

04   Semen on the Mount (03:41)

05   Vatican is Up to Bat Again (04:02)

06   Di to Solve Pi (02:05)

07   Father, Son, and the Goalie Post (02:41)

08   Birth Control Blues (03:53)

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Altre recensioni

Di  alealeale82

 Un bombardamento sonoro micidiale che si avvicina al caos nippo-sovversivo dei Boredoms.

 O li si odia o li si ama. Io sto più vicino alla seconda.