In primis, devo affermare che, per motivi di trasporto, non ho potuto essere presente al concerto, ma l'ho seguito su Radio2, l'emittente che trasmetteva la diretta radiofonica dell'evento. Pertanto, la recensione è scritta da una persone che del concerto, può valutarne quasi esclusivamente come hanno suonato la varie band. Fatta questa premessa, ora può iniziare la vera e propria recensione.
Nel pomeriggio, si sono alternate sul palco dell'Arena Parco Nord tre indie-band sconosciute ai più, cioè i Morning Parade, gli Wombats e gli un po' più famosi White Lies. Verso le otto di sera si inizia ad entrare in clima di main event. Puntualissimi alle 20:15, salgono sul palco dell'I-Day Festival i Kasabian, la rock band britannica osannata dai fratelli Gallagher. Il gruppo, capitanato dal carismatico Tom Weighan, ha sempre riscosso un ottimo riscontro di pubblico complice anche del fatto che il chitarrista Sergio Pizzorno ha origini genovesi. La prima canzone della scaletta è ''Club Foot'', uno dei brani più conosciuti e amati dai fan, seguito da Where Did All the Love Go?, il nuovo singolo ''Days Are Forgotten'' e ''Shoot The Runner'', un altro dei brani favoriti dalla band. Subito non si può che rimanere stupiti dalla bravura di questo gruppo; le loro canzoni suonate dal vivo aquistano una carica e un'energia ancora maggiore rispetto alle versioni originali. Il live prosegue poi con l'alternarsi di brani del nuovo album in uscita il 19 settembre, "Velociraptor!", e di vecchi classici della band, come ''Underdog'' e ''Empire'', fino ad arrivare ad ''L.S.F'', il pezzo che chiude la prima parte del concerto. Dopo tre minuti di pausa, i Kasabian ritornano sul palco per i bis. Si riparte con ''Switchblade Smiles'', una canzone del nuovo album. Per tutto il concerto il pubblico ha intonato alla perfezione la maggior parte delle canzoni, e di certo non si è risparmiata per ''Fire'' la canzone che ha chiuso definitivamente il concerto. Vermante un bel concerto iniziato e chiuso alla perfezione, e suonato dai Kasabian con un'intesnsità impressionante. Non sono mai stato un vero e proprio fan della band di Leicster, in quanto ho sempre e solo ascoltato distrattamente le canzoni più famose; di certo, però, dopo questa esibizione, un ascoltatore in più l'hanno guadagnato. VOTO 9/10
Dopo mezz'ora, nella quale i padroni del palco sono i tecnici addetti alle luci e all'accordatura delle chitarre, alle 22:00 salgono sul palco gli attesissimi Arctic Monkeys. Questi quattro ragazzi di Sheffield, guidati del cantante e chitarrista Alex Turner, oltre ad essere la mia band preferita, sono gli headliner del festival estivo più importante d'estate e, nonostante non siano mai passati per le radio italiane, hanno comunque un grande seguito di pubblico nel nostro paese, come testimoniato dalle 15.000 persone presenti stasera per loro. Dopo qualche attimo, il batterista Matt Helders inizia a ''rullare'' l'intro di ''Library Pictures'', brano dell'ultimo album della band, "Suck It And See". Il concerto vero e proprio, inizia però con la devastante ''Brianstorm'', uno dei brani più attesi dai fan. Il concerto prosegue poi con classici come ''This House Is A Circus'' e ''Still Take You Home''. Arriva poi ''Don't Sit Down 'Cause I've Moved Your Chair'', primo singolo estratto dall'ultimo album, una canzone che non mi ha mai convinto al massimo, ma che suonata dal vivo merita un voto in più. Dopo ''Pretty Visitors'' e la sorprendente ''She's Thunderstorms'', ecco che gli Arctic Monkeys ci sparano uno dietro l'altro ''Teddy Picker'' e ''Crying Lightning'', due vecchi pezzi tra i più belli della band. Dopo una discreta ''Brick By Brick'' e una buona ''The Hellcat Spangled Shalalala'', arrivano due famose canzoni dal primo album, ''The View From The Afternoon'' e la leggendaria ''I Bet You Look Good On The Dancefloor'', che infiammano letteralmente il pubblico bolognese. Arriva poi ''All My Own Stounts'', seguita da ''If You Were There, Beware'' e ''Do Me A Favour'', due brani del secondo album che, nonostante non siano dei singoli, rimangono un punto fermo nei live della band. E finalmente arriva la più attesa. Quando Alex attacca cantanto ''So who's that girl there?'' il pubblico capisce che arrivato il momento della hit storica: ''When The Sun Goes Down''. Quando, poi, Turner si ferma a metà della cantata iniziale, il pubblico prosegue al suo posto, intonando il brano alla perfezione. Da questo si capisce che questo canzone è un vero e proprio inno per i fan, il brano più significativo. La canzone poi riprende nella sua parte più scatenata, chudendo alla perfezione la prima parte di concerto. Dopo una manciata di minuti, le scimmie ritornano trionfanti sul palco. Il primo bis, è la romantica (nonstante il titolo) ''Suck It And See'', di certo non uno dei loro brani migliori. Il secondo bis è un'altra delle più attese e quella che è la mia canzone preferita in assoluto, ovvero ''Fluorescent Adolescent''. Dopo questa esibizione mi viene da dire: "Ma cosa mi son perso?!?". Siamo arrivati poi alla conclusione definitiva del concerto, afiidata a ''505'' la canzone che chiude il secondo album e anche la maggior parte dei loro concerti dal 2009 in poi. VOTO 9/10
In conclusione, il concerto è stato un vero e proprio trionfo, con ottime performance da parte di tutte le band. Mi hanno sorpreso in positivo i Kasabian, mentre si sono confermati pienamente gli Arctic Monkeys, che rimangono una delle migliori band dal vivo dei nostri tempi.
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