Pubblicato nel 1967 su etichetta Atlantic, "I Never Loved A Man The Way I Love You" di Aretha Franklin è, insieme ad "Otis Blue" di Otis Redding, il miglior album soul degli anni Sessanta. Prodotto dal vice presidente della casa discografica newyorkese Jerry Wexler, abile a strappare l'artista alla Columbia Records, "I Never Loved A Man The Way I Love You" è una sintesi perfetta di ballate struggenti, taglienti soul, sensuali blues e sentiti gospel. Tutto scaturisce dall'animo profondo di Aretha capace di infondere ad ogni brano l'eterna magia della sua voce unica.
I sette anni trascorsi con la Columbia, poco proficui, deludenti e musicalmente sempre in bilico tra jazz e pop sovrarrangiato, vengono spazzati in un attimo. Ogni canzone in questo album vive e brilla grazie alla carica passionale che scaturisce dall'incredibile personalità dell'artista, alle prese con un repertorio notevole e vario. L'abile uso dei fiati, l'incedere ritmico, il contorno delle coriste e l'atmosfera di fondo portano il marchio classico delle produzioni Atlantic targate Sixties.
Il brano che intitola l'intero lavoro è una splendida e sentita ballata soul. Un invocazione all'uomo amato dietro alla quale è facile scorgere l'immagine di Ted White, all'epoca marito violento e manager dittatoriale della cantante. "Drown In My Own Tears" proviene dal repertorio di Ray Charles mentre la supplica di "Save Me" e l'accattivante "Don't Let Me Lose This Dream" sono composizioni originali di Aretha.
"A Change Is Gonna Come", uno dei più grandi brani di tutti i tempi, è un sentito omaggio che non poteva mancare al grande Sam Cooke, amico personale e mentore della cantante. Interessante la delicata "Do Right Woman, Do Right Man", un'altra notevole ballata che sarà brillantemente ripresa da Gram Parsons con i suoi Flying Burrito Brothers sull'album d'esordio. Se il romantico incedere di "Baby, Baby, Baby" è pura dolcezza messa in musica, "Soul Serenade" e "Dr. Feelgood" sono un tuffo nel passato quando Aretha giovanissima interpretava brani gospel e spiritual nalla chiesa di Detroit dove suo padre, il reverendo Franklin, era solito predicare.
Parlando di questo disco non possiamo dimenticare la versione che Aretha offre di "Respect" di Otis Redding. La cantante la propone in una versione esplosiva che, oltre che a raggiungere la vetta della classifica  dei singoli del periodo, assurge a inno della dignità e dei diritti femminili. In questa nuova veste "Respect" entra direttamente tra i grandi classici di sempre. Gran parte del successo del disco è da attribuire all'abile lavoro del produttore capace di far interagire la forza e la determinazione di Aretha con la bravura dei sessionman straordinari che hanno partecipato alle sedute di registrazione. Tra questi ricordiamo Duane Allman, Dan Penn, Chips Moman e Spooner Oldham. Grazie ai suoi eccellenti brani, "I never Loved A Man The Way I Love You" rappresenta la definitiva consacrazione della cantante a stella del soul. Un ruolo meritato che consoliderà l'anno dopo con "Aretha In Paris", quello che secondo il giudizio di molti rappresenta il più grande live della musica soul.

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