Trovatomi, come spesso accade, a Metz (sede della Musea Records) per lavoro, faccio incetta di dischi prog e quello che sto per proporvi, chiamatelo dovere di cronaca. Girate immediatamente pagina se la cosa vi disturba, oppure accomodatevi e ascoltate in silenzio. (Vabbè il silenzio non è necessario).
Questo è il secondo MEGA episodio delle saghe progressive che si snodano sulla povera Terra e che hanno per protagonisti(e) band emergenti di progressive rock, con il compito di narrare le vicende (già a suo tempo narrate, sicuramente meglio da Messer Dante Alighieri) riguardanti la Divina Commedia. Il secondo episodio, come è noto, parla del Purgatorio, quella zona di transizione dove vanno i cattivelli che non sono stati abbastanza peccatori da finire nell'Inferno e non sono stati sufficientemente bravi da meritare il Paradiso. Ecco che per questa nuova narrazione la rivista Colossus (terra di Finlandia) ha selezionato la bellezza di 33 (dica trentatré e appena le infilo il ditino nelle parti basse tossisca) band di rock progressive da tutto il mondo per affibbiare loro un canto specifico del Purgatorio e svilupparlo con tema prog, ma sottostando a dure e severissime regole del gioco. Ovviamente nessuno, queste regole, le ha rispettate e dal previsto triplo album, anche questa volta (come accadde già con l'Inferno) eccoci a commentare un tostissimo quadruplo album per passare alcune ore in compagnia.
Come è facile aspettarsi anche qui, per ognuno dei quattro volumi, band a risultato positivo e altre band che l'eccellenza non l'hanno avvicinata (sono buono, nevvero?).
Strada facendo scopriamo che a causa di un "Intro" e di un "Outro" e di un ospite speciale e di altre amenità poco storiche, ma molto prog, il Purgatorio è passato dai 33 canti originali a ben 36 episodi! Ma la Provvidenza, si sa, è in grado anche di fare ciò.
Molto bravi, nel volume uno i Simon Says, Ramundo Rodulfo, gi Willowglass. Non completamente eccellenti i Nemo, decisamente fuori luogo (in senso progressivo) i Ten Midnight, con un brano che sa tanto di scorrevolissimo pop italiano, ma poco legato al resto dell'esposizione, dove, sappiamo bene, erano richieste carriole piene di tastiere, atmosfere pregne, sinfonismi, tempi dispari, ecc... ecc....
Nel secondo volume doveroso citare la nostrana Sophya Baccini, non tanto per il brano che è quel che è, ma per la voce decisamente oltre la media. Buona la prova dei Nuova Era, almeno per metà del brano. Buono il brano dei Little Tragedies e degli italiani Armalite, tecnicamente (musiche e testo) forse il miglior brano dell'intero volume, ma un po' penalizzato dai suoni casalinghi, buono anche se non troppo personale quello dell'americano Phideaux. Fin troppo plagiante delle scorribande emersoniane quello dei Survival.
Per il terzo volume Maxwell's Demon con un bel doom cupo e graffiante, Matthjis Berder, molto incisivo. Un discreto ritorno degli italici Mad Crayon. Decisamente povero il brano dei Lady Lake, peccato per tutta storia che hanno alle spalle.
Quarto volume buone cose da: Equilibrio Vital, Jinetes Negros e anche Yesterdays, parere non troppo positivo per la chiusura del disco un po' leggerina, anche se tecnicamente ben fatta del duo Pasini & Ragozza.
Copertina felice, composta dal nobile tratto (ancora) del romano Davide Guidoni.
Chiudo per non annoiare oltre. Visto il prodotto ho tentato di affrontare la cosa in modo più leggero e ironico del solito. Ma per tutti quelli che amano il genere, anche questo è un disco da avere.
Sioulette.
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