Nel panorama editoriale italiano la letteratura fantastica più autentica è diventata un genere di nicchia: nelle librerie si trovano sempre i soliti nomi da Stephen King ai best seller del fantasy. Ci sono solo piccole realtà che difendono il genere nella sua accezione più autentica fra cui ricordo la mitica Dagon Press di Pietro Guarriello e le Edizioni Hypnos di Andrea Vaccaro. Ora la casa editrice “Il Palindromo” lancia una nuova collana denominata “I tre sedili deserti” – diretta da Giuseppe Aguanno – e decide di partire con un libro che mancava dagli scaffali da 30 anni ovvero La collina dei sogni di Arthur Machen, definito dal noto critico Mario Praz “il libro più decadente della letteratura inglese”. Lo stesso Borges diede allo scrittore gallese un ruolo di rilievo per la sua “Biblioteca di Babele” pubblicata da Franco Maria Ricci.

La precedente edizione era stata curata dal grande e compianto Claudio De Nardi, uno degli studiosi del fantastico più competenti che ci siano stati in Italia purtroppo scomparso qualche anno fa. Per l’occasione e’ stata mantenuta la sua traduzione che è stata rivista da Giuseppe Aguanno. Il volume è stato integrato con un numeroso apparato critico: compare un’introduzione all’edizione americana del testo dello stesso Arthur Machen in cui lo scrittore inglese narra le vicissitudini che hanno portato alla concezione di questo capolavoro che fu anche clamorosamente plagiato. Come lui stesso dice voleva scrivere qualcosa di meno derivativo: la critica lo aveva definito un emulo di Stevenson per il suo “I tre impostori” peraltro ingiustamente. Decise così di scrivere un testo sulla solitudine dell’anima e scelse di ispirarsi a Daniel Defoe per comporre “una sorta di Robinson Crusoe dell’anima”.

“La collina dei sogni” è quindi un testo molto tormentato e riveste una grande importanza per l’autore: la vicenda del protagonista Lucian Taylor, perfetto rappresentante di figura solitaria e decadente, ha molto in comune con la vita dello stesso Arthur Machen. All’inizio del romanzo il giovane Taylor vaga per la splendida campagna gallese soffermandosi ad ammirare e sostare presso il forte romano situato su una collina: medita l’esistenza di una realtà fantastica e si abbandona nella contemplazione estatica della natura. C’è tutto Machen nelle descrizioni di questo mondo incantato grazie all’uso di uno stile misurato e onirico che crea un’atmosfera trasognata. Successivamente Taylor si trasferirà a Londra confrontandosi con la folla della grande metropoli e finendo per rinchiudersi nella solitudine di una piccola stanza. Il riferimento è chiaramente autobiografico in quanto lo stesso Machen ha vissuto quell’esperienza vivendo per due anni in un piccolo alloggio nei pressi di Notting Gill Gate.

La collina dei sogni fu infine pubblicato nel 1907 a distanza di dieci anni dalla sua stesura. Completano il volume un’introduzione di Gianfranco De Turris e, nelle appendici, due articoli di Claudio De Nardi su Arthur Machen ovvero Il fascino dell’abisso e Nota biografica di Arthur Mache”. Ci sono anche due illustrazioni raffiguranti la vecchia edizione edita da Reverdito e una appartenente alla prima edizione inglese. La collina dei sogni e’ un testo fondamentale della letteratura fantastica che tutti gli appassionati dovrebbero conoscere. Onore alla casa editrice Il Palindromo che ha disseppellito un piccolo gioiello troppo a lungo dimenticato.

Arthur Machen “La collina dei sogni” – Il Palindromo – collana “I tre sedili deserti” – 285 pagine – E2017 –ISBN 9788898447312 – Euro 18

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