Capita che due volte l'anno (in coincidenza con i raffreddori da cambio di stagione) stormi di stilisti-cavallette sorvolino le alpi per partecipare ad una fiera dall'esotico nome che suggerisce esclusività e sciccheria: Première Vision... Ha!
In realtà, come in tutte le fiere, ci si vende e ci si compra qualcosa, in questo caso tessuti.
Capita che già che ci sono questi trendissimi figuri vadano in giro per Parigi in cerca di assolute novità e attirate come api dal miele (o mosche dalla merda) arrivino in un "mitico" negozio, capace come pochi altri di pescare qua e là le cosette più disparate, tipo bottigliette d'acqua giapponese santificarle con la permanenza sui dorati scaffali e poi rivenderle al doppio o triplo del prezzo.
Ecco, vi ho raccontato questo tragico spaccato solo per dirvi da dove arriva questo disco che è arrivato sul tavolone di un volpone che di solito ascolta "respiri piano..." "...mia, torna a casa tua..." e poco altro. Quindi incuriosita dalla novità vado a guardarmi sto 'cd alieno e leggo: "The World Of Arthur Russell".
Non so chi è Arthur Russell! Cerco un po' in giro e scopro che Arthur Russell era un musicista della scena NewYorkese degli anni 70/80 che componeva mescolando vari generi di musica: dal blues alla dance, dal folk alla new wave, dal po alla classica... un visionario anticipatore del crossover musicale. Purtroppo la maggior parte delle sue registrazioni (qualcosa come 800 nastri) vennero trovate dopo la sua morte, a quarant' anni, nel '92.
In verità questa è una raccolta dei suoi pezzi più dance remixati da tali Gibbons e Kerkovian, un piacevole dischetto softdance ballabile anche seduti alla scrivania come no. Ma mi ha fatto più che altro venire voglia di sentire anche dell'Arthur altro, per capire come mai qualcuno l'ha definito "Un Nick Drake vissuto abbastanza per fare dischi con i New Order".
Chissà se si trovano da qualche parte le registrazioni originali... magari in rete, lontanissime dagli scaffali dorati...
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