Mi arriva tra le mani questo dischetto degli Arvensvarthe, realtà che vede la sua origine territoriale tra le Marche e l'Abruzzo e che propone un Black Metal classico con qualche divagazione Death Metal di stampo melodico. Iniziamo col dire che la band è nata nel 2010 ed è al suo primo lavoro con questo "The Necromancer".
Singolo apripista registrato in studio ed accompagnato da 2 brani live, "Under Picenum Crimson Skies" e la cover dei norvegesi Windir, "Morket Sin Fyrste" tratta dal lor primo lavoro "Sóknardalr" del 1997. Col CD in mano la prima impressione è una autoproduzione low-budget con uno slim case senza libretto ma con una foto interna molto bella e i credits nella seconda di copertina, il disco infine è almeno stampato (fortunatamente non un disgustoso cd-r) e le grafiche sono ben curate.

Se non fosse per il fatto che la copertina è una realizzazione di Gustave Doré ed è stata stra-utilizzata da molte band, tra cui per primi i seminali svedesi Merciless nel loro "The Awakening" dove svetta in front cover appunto il celeberrimo quadro "La Visione della Valle di Ossa Secche". Ma vabbè ci può anche stare una svista del genere, probabilmente i ragazzi non conoscevano il disco prodotto dalla DSP di Euronymous nell'ormai lontano 1990.
Partiamo col dire che essendo una band molto giovane ha le carte in tavola per un lungo futuro, se non altro perchè in pochissimo tempo ha raccimolato le forze per produrre un qualcosa che non è etichettabile come composizione "alle prime armi", anzi. Il songwriting è molto maturo anche se non originale, pecca ancora di una piccola spinta, almeno a livello di riffing.

Parte "The Necromancer" con un attacco molto death metal oriented e con uno screaming a dirla tutta un pò anonimo, forse troppo classico e poco personale. I 4 ragazzi spingono sull'accelleratore e dimostrano ottima perizia tecnica, anche se oggettivamente dopo circa un minuto ci si accorge di trovarsi di fronte alla classica metal band italiana che scimmiotta la scena scandinava. Subito però l'impressione vira positivamente e ci si trova davanti a un ottima realizzazione melodica con le chitarre che ne fanno da padrone, il ritmo si rilassa e il pezzo prende un aspetto più arioso, nonostante la voce che da scream diventa catacombale e profonda in puro stile growl.
I nostri ripartono con il classico riff black metal e i break classici del genere e danno un ottimo risalto e valore al bassista che non risulta mai confusionario e tesse ottime partiture ritmiche e avvolgenti. Purtroppo ci si ferma qui con questo pezzo. Eccessivamente ridondante nei classici stilemi del Black, ottime le parti con inserti Death ma in realtà nulla di nuovo, nonostante in alcune parti ricordano i migliori Dissection delle origini (The Somberlain).
Il pezzo comunque dopo un pò risulta prolisso, effettivamente troppo lungo col suo incedere di quasi sei minuti, sinceramente un pò più corto avrebbe migliorato nettamente la resa del tutto, da sottolineare l'ottima registrazione che suona pulita e nel contempo grezza.

Per secondo pezzo abbiamo "Under Picenum Crimson Skies", preso da un live del 2011 ed effettivamente quasi inascoltabile, accostabile ai peggior bootleg degli anni 90 e difficilmente giudicabile dato che anche con il volume a palla il lavoro di chitarra rimane troppo confuso e sfugge all'orecchio.
Peccato per l'occasione mancata e per non aver registrato un altro pezzo in studio, o almeno missato in modo decente questo. Anche se molti musicisti definiscono "true" e "black metal" del materiale la maggior parte delle volte inascoltabile (ma qui poi si apre la polemica) in realtà la quasi sempre non ci sono soldi per stampare un disco che suona decentemente, altro che true e true.

Di tutt'altra caratura la cover dei Windir, che definirla ottima è poco, suonata magistralmente e dall'ottima presa live, finalmente cominciamo a capirci qualcosa e posso sinceramente dire che sopra le righe appare il lavoro fatto con la doppia voce (clean/screaming) che la maggior parte delle volte in sede live da risultati alquanto abberranti.
Ragazzi ci si vede per il full-lenght, tre brani sono un pò pochetti ma và premiata la vostra attitudine nel fare tanto in cosi poco tempo.

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