Il musicista israeliano Asaf Avidan si è costruito una reputazione a livello nazionale, e sta pian piano uscendo fuori dai confini della sua nazione, soprattutto grazie alla sua voce decisamente particolare, descritta dai critici come un mix tra il soul di Janis Joplin, le tonalità di Robert Plant (Led Zeppelin) e l'approccio eclettico di Cedric Bixler-Zavala (The Mars Volta).

"Poor Boy / Lucky man" è un concept album il cui tema principale è la storia di un ragazzo nato con un buco al posto del cuore, mettendo in questione se questo fatto rappresenti un vantaggio oppure uno svantaggio per quest'individuo, che può essere visto come "fortunato" oppure come un povero malcapitato.

Musicalmente il folk la fa da padrone: chitarre acustiche dal sapore alla Neil Young sono arricchite dal particolare approcio vocale di Asaf e dalle belle sessioni di archi.
Il disco è come un percorso il cui climax sale sempre di piu, portanto il folk delicato dell'introduttiva e sognante "Brickman" e dell'americanissima "Poor by" fino alle sonorità Beatlesiane a la White Album (Got It right) e a citazioni sfacciatamente prog anni 70 (The ghost of a thousand little lies).

L'album, a dispetto di questi sbocchi più progressivi e sperimentali si era più o meno adagiato su un tappeto di folk rock, ed è perciò con grande sorpresa che "Wasting My Time" spacca letteralmente l'opera a metà con il suo rock and roll nudo e crudo, degno dei primi Led Zeppelin, seguito a ruota da "Jet Plane". e da "Little Stallion", dal vago sapore alla Kinks.

Dopo questa parte centrale rockettara, il disco torna al folk delicato, ma con un approccio abbastanza diverso dall'inizio: si sente decisamente meno una vena nostalgica e il tutto ha decisamente un gusto più moderno, e in alcuni casi, più melanconico e introspettivo, fino alla chiusura con "Latest sin".

Questo disco ha forse la pecca di essere un pò troppo lungo per i mie gusti, ma Asaf Avidan è un ottimo epigono di quel folk e rock che ha caratterizzato la fine degli anni 60 e la prima metà dei 70, decisamente riproponendo queste influenze con un'approccio molto personale e originale.
Vale davvero la pena approfondire per tutto gli amanti di artisti come Neil Young, Janis Joplin, Led Zeppelin, The Beatles o King Crimson, che vengono in modo molto sottile, citati in questo disco.

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