Tempo di celebrazioni anche per gli Ash, che festeggiano venticinque anni di carriera con una nuova raccolta (tripla), “Teenage Wildlife”.

Si tratta di ben 51 brani che vanno a coprire l’intera carriera della band nordirlandese capitanata dal talentuoso Tim Wheeler, compreso un inedito, “Darkest Hour Of The Night”, che ripesca certe atmosfere più pop proposte nell’ultimo lavoro del gruppo in ordine di tempo (basti pensare a “Confessions In The Pool”).

Per il resto, i primi due dischi propongono le grandi hit del passato più o meno recente, condite da alcuni brani meno scontati: non mancano quindi il pop punk stellare di “Burn Baby Burn” ed i gioielli “Goldfinger”, “Girls From Mars” ed “Oh Yeah”, che fecero dell’esordio “1977” (prodotto da Owen Morris, la mente dietro il suono di “(What’s The Story?) Morning Glory” degli Oasis) un capolavoro assoluto nel genere. Ben rappresentato anche “Free All Angels”, il disco del botto commerciale della band (vi troviamo infatti “Shining Light”, “Walking Barefoot” e “Sometimes”, mentre viene giustamente ignorata la pasticciona “Candy”), ed uno sguardo viene concesso anche a quel gioiellino nascosto che fu “Nu-Clear Sounds”, crudo affresco pumpkinsiano ancor oggi sin troppo poco considerato (“Jesus Says”).

Inutile dire che la parte più interessante è il terzo disco, quello delle rarità: oltre ad una curiosa collaborazione con Chris Martin per una rilettura del classico “Everybody’s Happy Nowadays”, vengono ripescate varie b-sides oscure e ormai pressoché dimenticate, alcune delle quali sono gioielli assoluti. Basti pensare alle fantastiche “Skullfull Of Sulphur”, “Comet Temple 1” e soprattutto “Heroin Vodka White Noise”, assolute perle che fanno fantasticare su cosa avrebbero potuto essere gli Ash se avessero davvero premuto sull’acceleratore del coraggio e dell’inventiva.

Buone anche le rimasterizzazioni di alcuni brani del repertorio, che danno nuova vita a pezzi devastanti come “Clones” e “Kung Fu”, e perfettamente calibrati i ripescaggi dal coraggioso progetto “A-Z Series”, serie di singoli a cadenza bisettimanale pubblicati tra il 2009 e il 2010 (tutto ciò fa degli Ash dei pionieri assoluti, visto che stiamo parlando di ben undici anni fa), tra i quali spiccano perle come “Arcadia” e la stessa title track.

Una raccolta completa, esaustiva e davvero soddisfacente. Un bello spaccato di una band che ha raccolto troppo poco rispetto a quanto seminato.

Brano migliore: Goldfinger

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