Diciassette anni fa il loro capolavoro “Relationship On Command” aveva lasciato un segno indelebile in ambito post-hardcore. Era il terzo album per gli At The Drive-In, e tutto sembrava pronto per una carriera fulgida e ricca di soddisfazioni.

Poi arrivò il clamoroso scioglimento, i nuovi progetti (gli Sparta di Jim Ward ed i più popolari Mars Volta del duo Omar Rodríguez-López e Cedric Bixler-Zavala), un breve riavvicinamento nel 2011 per alcune date live, ed infine la reunion definitiva due anni fa. Infine, l’annuncio dell’arrivo di nuovo materiale, con gli entusiasmi però raffreddati dall’annuncio dell’abbandono del fondamentale chitarrista Jim Ward, rimpiazzato dall’ex Sparta Keely Davis.

Battezzato “In•ter a•li•a”, il nuovo lavoro della rinata band di El Paso si presenta come una naturale prosecuzione del discorso interrotto diciassette anni fa. E forse è proprio questo il problema (oltre all’inevitabile carico di aspettative di pubblico ed addetti ai lavori): non era probabilmente possibile fare di meglio.

“In•ter a•li•a” è indubbiamente un buon disco, per quanto non sia assolutamente al livello dell’illustre predecessore. Già a partire dalla furiosa opener “No Wolf Like The Present”, gli At The Drive-In mettono in chiaro di non aver perso un’oncia della propria energia. Interessanti le fascinazioni alla RATM di “Continuum” (indubbiamente una delle cose migliori del disco), un po’ meno efficace e vagamente caotico il singolo “Governed By Contagion”, ma comunque piacevole. “Tilting At The Univendor” rialza il tiro con le sue fiammate tra emocore e funk

Si sente in ogni caso nella voce di Cedric Bixler-Zavala l’esperienza accumulata con i Mars Volta, e i pezzi sembrano seguire questo suo nuovo modo di cantare, più vario e pulito rispetto ai primi lavori. Buona la prova alla sei corde del succitato Davis, che ci mette anche parecchio del suo, specialmente nell’hardcore di “Haltzclaw” e “Call Broken Arrow”.

L’oasi di “quiete” (eufemismo) si palesa nel post punk “Ghost-Tape No. 9”, ed è l’unica, visto che il lavoro procede spedito senza lesinare rasoiate su rasoiate, ben dirette dalla sessione ritmica composta da Tony Hajjar e Paul Hinojos.

Gli At The Drive-In ripartono con un buon lavoro, che ha il pregio di non voler essere un nuovo “Relationship On Command” e ci ripresenta la band in un ottimo stato di forma. Attendendo con grandissima curiosità le prossime mosse.

Miglior brano: Ghost-Tape No. 9

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